Flat Tax al via in tre fasi. Le simulazioni per classi di reddito
Si punta tassare le imprese al 15% già l’anno venturo, poi toccherà alle famiglie. Benefici maggiori ai single più ricchi
Proprio per questo occorrerà far marciare questa riforma di pari passo col varo delle sue coperture, che il governo Conte vorrebbe in buona misura legare al provvedimento di “pace fiscale”, anche se pare difficile che da essa potranno arrivare tutti i 30-35 miliardi messi in conto da Armando Siri come costo complessivo della riforma. Anche per questo il varo del condono potrebbe slittare, nell’attesa di capire se l’aumento Iva (previsto a gennaio nel caso scattino le clausole di salvaguardia) da complessivi 12,5 miliardi di euro potrà essere ancora una volta evitato o se alla fine divenderà una delle coperture della riforma fiscale.
Anche perché, nel frattempo, in molti (Ocse, Bank of America Merryll Lynch, Confcommercio) stanno dando per certo un rallentamento della ripresa economica, con un Pil che già quest’anno potrebbe crescere non dell’1,5% come previsto nel Def varato dal governo Gentiloni, ma dell’1,2% o meno. E siccome ogni 0,1% di Pil vale circa 1,6 miliardi, anche una differenza di 0,3-0,5 punti percentuali significano tra i 5 e gli 8 miliardi di risorse in meno. Nell’attesa di vedere come andrà a finire, gli economisti stanno già facendo i conti su chi nel concreto risparmierà con la nuova modulazione del prelievo fiscale, scoprendo che a sorridere saranno soprattutto i “single” ad elevato reddito, molto meno le famiglie, specie se a doppio reddito.
Nel caso dei “single”, infatti, nulla dovrebbe cambiare per redditi fino a 10 mila euro, sopra tale soglia pagare un’aliquote ridotta consentirebbe risparmi via via più sensibili: si andrebbe dai circa 900 euro di minori tasse per redditi fino a 20 mila euro ai 2.800 euro per i redditi fino a 30 mila euro, per fiorare i 5 mila euro per redditi fino a 40 mila e superare i 7.600 euro per redditi fino a 50 mila euro. Ma se il reddito fosse di 100 mila euro il risparmio sarebbe di oltre 16 mila euro, mentre coloro che guadagnano oltre 300 mila euro l’anno pagherebbero meno della metà di quanto pagano attualmente (60 mila euro contro oltre 120 mila).
Per le famiglie monoreddito il risparmio sarebbe minore: si andrebbe da meno di 400 euro di minori tasse per redditi fino a 20 mila euro a 2.300 euro per i redditi fino a 30 mila euro, superando di poco i 4.600 euro per redditi fino a 40 mila, superando di poco i 7.500 euro per redditi fino a 50 mila euro. Anche in questo caso, però, se il reddito fosse di 100 mila euro o più si otterrebbero risparmi più consistenti e analoghi a quelli dei “single”.
Ancora peggio andrà alle famiglie con due redditi che fino a 30 mila euro di reddito familiare imponibile non vedrebbero alcuna differenza, per poi risparmiare circa 600 euro di tasse per redditi fino a 40 mila euro, meno di 2.300 euro di tasse per redditi fino a 50 mila euro, con meno di 4 mila euro di risparmio per redditi fino a 60 mila euro e via via a salire, per arrivare a sfiorare i 10 mila euro di risparmio con redditi fino a 100 mila euro l’anno.
Se le simulazioni dovessero essere confermate, la dual tax gialloverde potrebbe dunque non essere un gran regalo per le famiglie numerose o a basso reddito: chissà se non si preferirà ridefinire le soglie di applicazione delle due aliquote o le deduzioni, per evitare il rischio di un effetto boomerang? Sempre che l’andamento dei mercati (ogni 1% in più di interessi sul debito pubblico significa 4 miliardi l’anno di maggiori oneri per il rifinanziamento dello stesso) e dell’economia reale consenta simili aggiustamenti in corso d’opera, naturalmente.
Luca Spoldi