Economia

Flat tax, Salvini propone un'aliquota del 15%. Ma nel Def solo un accenno

Il ministro dell'Economia Tria: la flat tax si farà se tagliamo le spese. Il riferimento alla riforma fiscale entrerà nel Pnr, collegato al Def

"Il Def sarà essenzialmente a legislazione invariata, tranne l'impatto delle misure sulla crescita che stiamo varando. Si specificherà che si sta lavorando perche' la legge di Bilancio accolga una continuazione delle riforma fiscale nella direzione del programma di governo e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica fissati nello stesso Def che stiamo varando. Evidentemente si tratta di una manovra complessa che dovra' toccare sia il lato delle entrate sia il lato delle spese".

Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, intervistato da Repubblica, traccia l’azione del governo sulla flat tax e del suo costo mentre Matteo Salvini va in pressing sull’introduzione della riduzione fiscale all’interno del Documento di economia e finanza che verrà varato oggi dal Governo. Come fare dunque la flat tax da 12-15 miliardi? “Gli obiettivi di finanza pubblica fissati dal Def sono quelli entro cui si dovrà operare", sottolinea Tria. Quindi per procedere bisognerà tagliare simmetricamente le spese, fa capire Tria.

Anche Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, che spinge per il pacchetto famiglia, dicono si' a citare la tassa piatta nel Def, sfidando resistenze del ministro dell'Economia. Su come realizzarla, pero', prosegue la lite tra M5s e Lega. Salvini propone un "primo mattone" di tassa piatta al 15% per famiglie con reddito fino a 50mila euro e per lavoratori dipendenti. "Si fara' col coefficiente familiare", annuncia Di Maio, rivendicando attenzione al "ceto medio".

Ma fonti leghiste ironizzano: "Bravo Di Maio che finalmente ha capito il progetto di flat tax della Lega! Cosa c'entrano i ricchi tra i nuclei fino a 50mila euro?". Conte stempera i toni: "E' un pezzo della riforma fiscale, per realizzarla nell'interezza serve tempo". La 'partita' del Def si giochera' in un vertice in programma a Palazzo Chigi alle 14.30, a due ore dalla convocazione del Consiglio dei ministri che dovra' dare il via libera al Documento di economia e finanza.

Il passaggio e' delicato perche' il governo gialloverde dovra' abbassare le stime di crescita e certificare la stagnazione. Dall'1% si potrebbe scendere allo 0,4% di crescita programmata del Pil: almeno, questa e' l'ipotesi di compromesso per la quale spinge parte del governo. Tria vorrebbe il massimo della prudenza: la sua proposta potrebbe essere di un Pil tendenziale dello 0,1% e un dato programmatico dello 0,2%. Ma fonti M5s spiegano che si auspica una cifra un po' piu' alta.

Nel conteggio del Pil entreranno anche il decreto crescita e lo sblocca cantieri, ma nessuno dei due e' ancora chiuso. Lo sblocca cantieri, varato tre settimane fa, non sarebbe stato ancora bollinato ne' inviato al Quirinale per la firma perche', trovata l'intesa politica, nel testo resterebbero criticita'. Il ministro dell'Economia, sotto assedio da settimane, ha tenuto le sue carte coperte con chi lo ha incontrato a Palazzo Chigi. Tria dunque tiene il punto: il tema andrà affrontato a settembre, nell'ambito di una riforma fiscale piu' complessiva.

Ma poichè, come sottolinea Conte, e' "tutto il governo" e non solo Salvini a spingere per la flat tax, un riferimento nel Def dovrebbe esserci. Non si entrerà nel dettaglio e, come ha spiegato ad Affaritaliani.it il viceministro dell'Economia Laura Catelli, si avrà un accenno solo nel Programma nazionale delle riforme (Pnr).