Economia

Flat tax, Castelli: "Fuori dai numeri del Def. Ecco cosa farà Mani di Forbice"

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

"Nel Def, come numeri programmatici, la flat tax non troverà posto. Invece nella fotografia del Pnr, come narrativa, verrà sicuramente ribadita la necessità del riordino della pressione fiscale, perché la manovra si fa a dicembre e non ad aprile”. Il viceministro dell'Economia Laura Castelli spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it le prossime mosse del governo Conte sui conti pubblici. A cominciare dalla presentazione del Def che arriverà in Cdm martedì, documento che è entrato nel dibattito politico fra le due forze di maggioranza per il pressing della Lega sulla flat tax. L'esponente di spicco pentastellata annuncia poi l'imminente varo e le azioni del team Mani di Forbice, "squadra composta da una componente politica a cui si aggregherà un contingente tecnico" e che farà un restyling del bilancio pubblico, un'operazione che consentirà di generare risorse finanziarie preziose "anche per sterilizzare nel 2020 le clausole di salvaguardia sull'Iva".

L'INTERVISTA

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Annunciato dal vicepremier Luigi di Maio a fine settembre dello scorso anno, il team Mani di Forbice che deve “tagliare tutto quello che è inutile nella spesa pubblica” ancora non si è visto. Che fine ha fatto?
“Lo stiamo costituendo. Siamo in dirittura d’arrivo e nei primi giorni della prossima settimana lo illustreremo. E’ solo una questione burocratico-formale. In questi mesi si è lavorato nei ministeri competenti per fare un elenco delle spese aggredibili sui cui intervenire per recuperare risorse finanziarie da rendere disponibili per la prossima legge di Bilancio. A breve, anche assieme al presidente del Consiglio, entreremo nei dettagli”. 

Come mai ci sono stati dei ritardi?
“Abbiamo ritenuto di dover fare prima un momento di collezione delle diverse operazioni di spending review che erano sul tavolo dentro i ministeri. Ora abbiamo un’idea organica degli interventi e siamo pronti a partire con l’operatività”. 

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Su cosa vi state concentrando?
In primis, sugli enti inutili. Il lavoro di sforbiciata alle società partecipate, soprattutto a livello locale, iniziato dall’ex ministro Madia ha portato dei buoni risultati, ma con noi il taglio agli enti verrà ampliato. C’è poi una parte della riforma del Testo Unico degli Enti Locali (Tuel) che riguarda le semplificazioni sugli ambiti territoriali ottimali (Ato), categoria che oggi, numeri alla mano, genera un forte spreco di denaro pubblico”.

E quindi?
“Un pezzo della riforma del Tuel che ha tolto le Ato ridando le funzioni alle Province permette di recuperare oltre il 50% della spesa corrente. Questi mesi abbiamo lavorato senza il team e la costituzione di questa squadra consentirà di mettere insieme tutte queste operazioni di razionalizzazione per tradurle in un intervento organico nella prossima manovra di bilancio”. 

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Venerdì, a Brescia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato che il governo “sta lavorando per una spending review più oculata”. A cosa si riferiva?
“Si riferiva alle azioni intraprese in ogni ministero. Ora questo lavoro, omogeneizzando le misure, verrà reso operativo sotto la presidenza del Consiglio. Gli anni di tagli lineari nei diversi dicasteri hanno disinsegnato a fare efficienza e ora stiamo reinserendo le migliori logiche di riordino. Oltre alle azioni a livello di funzionamento della PA, abbiamo agito sulle tax expenditures (crediti fiscali, ndr), voce di bilancio molto corposa e di cui abbiamo verificato i diversi tiraggi e che la legge di contabilità nazionale obbliga a coprire interamente, anche se il tiraggio è inferiore. L'inserimento poi all’interno della riforma fiscale del coefficiente familiare consente di riordinare, rendendoli più efficienti ed efficaci, 40 miliardi di tax expenditures sul lavoro. Insomma le azioni intraprese, anche assieme a tutta la parte della revisione effettuata sui sussidi ambientali dannosi, sono pezzi di lavori portati avanti in questi mesi e che ora il team Mani di Forbice collezionerà e omogeneizzerà. Inoltre, nell’azione di spending review rientra anche l’attribuzione di poteri e strumenti aggiuntivi che abbiamo già dato alla Gdf con il decreto legge dell'ottobre dello scorso anno, operazione che ci consentirà di recuperare molte risorse in più per il 2020, accrescendo i 20 miliardi rinvenuti in media ogni anno dalla lotta all’evasione”.

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Da quante persone sarà composta la squadra?
“Ci sarà una piccola componente politica a cui si aggregherà un contingente tecnico, snello perché userà le strutture ministeriali già esistenti”. 

Quali sono gli obiettivi di questa spending review? Il principale è quello di sterilizzare le clausole di salvaguardia da 23,1 miliardi per impedire l’aumento dell’Iva nel 2020? Martedì, poi, in Cdm arriverà il Def…
“Sicuramente sì, anche se il Def di aprile non è il preludio della manovra del prossimo anno, ma soltanto la fotografia dell’attuale legge di Bilancio più gli ultimi due decreti, quello Crescita e lo Sblocca-cantieri. Misure incisive e che abbiamo disegnato, soprattutto la prima, assieme alle associazioni imprenditoriali”. 

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In questi giorni è circolata una bozza del Def con una crescita del Pil per il 2019 rivista allo 0,1% (dall’1% di dicembre) e un deficit/Pil in crescita al 2,4% (dal 2%). Li conferma?
“Mancano pochi giorni al varo definitivo del documento e nel ruolo che ricopro non è corretto fare numeri. Quello che posso dire, però, è che la frenata dell’economia a cui abbiamo assistito in questi mesi necessita chiaramente un intervento immediato, ma i segnali di ripresa ci sono già: gli enti locali hanno aumentato gli investimenti".

Può spiegare?
"Nelle Regioni la spesa è salita dell’84%, liberando 2,5 miliardi. Anche la spesa per gli investimenti delle Province è aumentata. Quella dei Comuni ha liberato 400 milioni entro aprile ed ora ne stanno per arrivare altri 500. Cifre che hanno consentito di produrre 900 milioni di gettito fiscale in più dall’Iva sugli scambi interni. Ai segnali positivi aggiungerei anche la performance della Borsa: il mercato azionario italiano, con l'indice Ftse Mib, segna un +19% dall’inizio dell’anno, il miglior dato in Europa”.

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La Lega sta andando in pressing sulla flat tax, provvedimento da inserire immediatamente nel Def. Lo farete? Quali misure inserirete nel Piano nazionale delle riforme (Pnr)?
“Il Pnr narra una visione complessiva. Ed è già nel contratto di governo che l’orizzonte che M5S e Lega vogliono perseguire è quello di una progressiva riduzione fiscale. Il taglio agli scaglioni era già pronto per la precedente legge di Bilancio, quando poi politicamente abbiamo deciso di puntare invece su reddito di cittadinanza e quota 100. Il capitolo fiscale verrà aperto nella prossima manovra e non durante l’anno. Nel Def, come numeri programmatici, la flat tax non troverà posto. Invece nella fotografia del Pnr, come narrativa, verrà sicuramente ribadita la necessità del riordino della pressione fiscale, perché la manovra si fa a dicembre e non ad aprile”. 

Il Messaggero stamane ha aperto il giornale rivelando l’intezione del M5S di procedere con uno stop a quota 100 per l’anno a venire, parlando di misura “a tempo”. E' vero?
“Lo abbiamo sempre detto che quota 100 è una misura a tempo, anche nella precedente Nota di aggiornamento al Def. E’ temporanea, perché nel disegnarla abbiamo inserito delle finestre. Si tratta di una manovra di transizione che ha impatti poi strutturali sulla spesa pubblica. Ce ne sarà ancora qualcuna all’inizio del prossimo anno, ma poi bisognerà decidere se rifarla oppure no”.