Economia
Fmi: con Biden nel mondo più crescita. E in Italia? Dipende dalle vaccinazioni
Il direttore generale Georgieva: alzeremo la previsione della crescita globale del 2021 (ora al 5,5%) e del 2022
Il Fondo Monetario Internazionale si sta preparando ad alzare le sue previsioni di crescita dell'economia globale nel 2021 e 2022, grazie al recente stimolo fiscale negli Stati Uniti e all'aumento delle vaccinazioni contro Covid-19. Lo ha affermato il direttore dell'Fmi, Kristalina Georgieva. Il Fondo a gennaio aveva previsto che la produzione economica globale sarebbe cresciuta del 5,5% nel 2021, dopo una contrazione stimata del 3,5% lo scorso anno a causa della pandemia di coronavirus. Nel frattempo però il Congresso Usa ha approvato ulteriori 1.900 miliardi di dollari di stimoli fiscali e l'amministrazione Biden ha alzato il target di vaccinazione della popolazione contro il Covid-19.
"Ciò consente una revisione al rialzo delle nostre previsioni globali per quest'anno e per il 2022", ha puntualizzato Georgieva. Le nuove stime verranno pubblicate la prossima settimana nell'aggiornamento periodico dell'Fmi sull'economia mondiale. Nonostante il miglioramento delle prospettive globali, Georgieva ha però sottolineato come ci sia una crescente divergenza tra i Paesi ricchi che stanno rapidamente vaccinando le loro popolazioni contro il Covid-19 e quelli più poveri che non hanno le risorse per farlo.
"Hanno già una potenza di fuoco fiscale più limitata per combattere la crisi", ha puntualizzato Georgieva, "e molti sono altamente esposti a settori duramente colpiti, come il turismo". Georgieva ha poi esortato i responsabili politici a monitorare attentamente i rischi del settore finanziario, "comprese le valutazioni eccessive degli asset". Inoltre, per il direttore generale dell'Fmi, una crescita più veloce degli Stati Uniti "potrebbe causare un rapido aumento dei tassi di interesse", che a sua volta potrebbe limitare il flusso di denaro e credito attraverso l'economia e attirare capitali dalle nazioni piu' povere. "Ciò comporterebbe grandi sfide soprattutto per i Paesi a reddito medio con grandi esigenze di finanziamento esterno e livelli di debito elevati. Molti di questi Paesi avranno bisogno di più sostegno".
Restringendo il focus sul nostro Paese, per il Fondo, ”la risposta politica dell'Italia alla pandemia è stata generalmente efficace nell'attenuare l'impatto della crisi sanitaria sulla popolazione e sull'economia" ma ora deve accelerare la campagna di vaccinazione. "Il ritmo delle vaccinazioni dovrebbe essere accelerato e le misure di sostegno dovrebbero essere graduali esaurirsi con il regredire della crisi sanitaria e la ripresa economica". In Italia lo stimolo economico a supporto delle attività in difficolta', "sarà necessario anche dopo la fine della crisi sanitaria per limitare le cicatrici del mercato del lavoro, capitale sociale e per costruire un'economia più verde, più intelligente e più giusta", avverte il Fondo.
Quanto all'andamento economico, il Pil dell'Italia potrebbe crescere di circa il 4,25% nel 2021, con un inizio debole seguito da un'accelerazione nell'ultima parte dell'anno. Tuttavia - precisa l'Fmi - le prospettive per l'economia italiana dipendono dall'andamento della pandemia e dalle politiche di supporto. Il numero crescente di vaccini autorizzati e l'immunizzazione in corso consentirà l'uscita dalla pandemia, anche se le mutazioni emergenti potrebbero causare battute d'arresto.
I tempi e la forma della ripresa economica rimangono pertanto incerti. Nonostante il fortissimo rimbalzo nel terzo trimestre del 2020 e la produzione e' tornata vicino ai livelli pre-Covid, il Pil e' sceso di quasi il 9% nel 2020, con i settori ricettivi, turistici e dei trasporti tra i piu' colpiti. L'Italia deve mettere a punto un piano credibile per un calo significativo del debito. "La spesa necessaria per affrontare lo shock pandemico e garantire il recupero dovrebbe essere accompagnato da un piano credibile per ancorare una riduzione significativa, anche se graduale, del debito una volta che la ripresa e' radicata".
Per quanto riguarda il settore bancario, il Fondo avverte l'Italia che le autorita' dovrebbero pianificare "azioni tempestive e mirate per affrontare le singole banche in difficolta'. La qualita' dei prestiti delle banche dovrebbe indebolirsi una volta scaduti i supporti politici temporanei", ma "mantenere il flusso di credito alle imprese con buone prospettive e' essenziale per sostenere il recupero". Secondo il Fondo, "dopo la scadenza delle attuali restrizioni europee, le decisioni della vigilanza caso per caso sull'autorizzazione al pagamento dei dividendi eviterebbero di penalizzare le banche con maggiore capitale e generazione di profitti, preservando il capitale nelle banche piu' deboli".