Geox ha smesso di fare utili. Dall'Ipo -44% in Borsa. I mali oscuri del gruppo
Geox chiude il 2017 con 884,5 mln di ricavi, sotto i livelli del 2016. Pesano la ristrutturazione dei monomarca e l’incertezza sul rilancio in Asia e Usa
Tonfo in avvio di giornata per il titolo Geox, dopo che la società, che intanto ha visto cooptato nel Cda Matteo Mascazzini (finora a capo di Gucci America), destinato a sostituire l’attuale amministratore delegato Gregorio Borgo (ex Pirelli, dimissionario senza buonuscita per motivi personali), rimasto in carica solo un anno, ha diffuso le indicazioni preliminari per il 2017.
L’esercizio appena concluso dovrebbe aver registrato ricavi pari a 884,5 milioni di euro, appena sotto i livelli dell’anno precedente (-1,8% a cambi correnti, -1,7% a cambi costanti).
Geox, e-commerce compensa debolezza monomarca
In particolare la crescita del canale multimarca e un secondo semestre positivo nelle vendite comparabili dei negozi a gestione diretta (che hanno segnato +2%) hanno quasi completamente compensato la preventivata ottimizzazione della rete dei negozi monomarca, mentre conferme importanti arrivano sia dalla crescita a doppia cifra dell’e-commerce (+26%) sia dalle buone performance in Russia, Est Europa e Cina.
Tutto bene? Neanche per sogno: i numeri del gruppo di Mario Moretti Polegato sono infatti apparsi inferiori del 10% circa alle previsioni stilate dagli analisti di Kepler Cheuvreux.
Kepler Cheuvreux lima stime e target price su Geox
Così gli analisti hanno provveduto a rifare i conti, tagliando le stime sugli utili per azione del 27,6% per l’anno appena concluso e del 17,4% per quello in corso, e a ridurre il target price da 3,9 a 3,3 euro. Il titolo non l’ha presa bene, arrivando a toccare un minimo di 2,56 euro in avvio prima di risalire attorno ai 2,68 euro, con un calo del 6% rispetto alla chiusura precedente e una capitalizzazione scivolata virtualmente sotto i 700 milioni di euro.
ll tonfo odierno peggiora una performance già molto negativa negli ultimi tre mesi (-20,4% prima dell’annuncio dei risultati preliminari), riducendo il recupero, comunque consistente, messo a segno negli ultimi 12 mesi (+42% alla chiusura di ieri sera).
Polegato, un self made man che piaceva a Wall Street
Nonostante tale recupero, tuttavia, il titolo resta molto distante (-44%) dai livelli a cui debuttò in borsa, nel 2004. Eppure la storia di Geox sembrava poter andare molto diversamente: quando nell’autunno di 14 anni fa Mario Moretti Polegato varcò l’Atlantico per presentare la “garage company” da lui fondata nel 1995 ed in procinto di sbarcare in borsa, in molti avevano creduto in una storia che aveva tutte le caratteristiche per piacere agli investitori statunitensi: quella di un imprenditore di prima generazione, un “self made man” che crea la sua fortuna da zero o quasi.
Per Geox un debutto in Borsa da fare invidia a Mr Tod’s
A Piazza Affari ci fu meno entusiasmo, ma l’Ipo fu comunque un successo: Geox debuttò sfiorando il +20% dal prezzo di collocamento chiudendo il primo giorno a 5,482 euro rispetto ai 4,6 euro a cui era stato collocato. La capitalizzazione della società superò il miliardo di euro e a Polegato andarono in tasca alcune centinaia di milioni di euro. Roba da far morire d’invidia, azzardarono i trader, altri “bei nomi” del settore come Diego Della Valle, che peraltro a Piazza Affari aveva visto sbarcare la sua Tod’s nel 2000 a 40 euro per azione, per una capitalizzazione di 1,3 miliardi, contro i 61 euro attuali (pari a 2 miliardi di capitalizzazione).
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