Economia

Germania, arriva la nuova ondata Covid. Ma il rimbalzo sta diventando ripresa

Nessuno in Europa, che ha appena superato la soglia psicologia dei cinque milioni di contagiati, è al riparo dalla seconda ondata della pandemia. Neanche la Germania, dove il peggio deve ancora arrivare, hanno avvertito ieri suoi esperti nel giorno in cui anche il ministro degli Esteri Heiko Mass si è messo in quarantena a scopo precauzionale. Eppure, nonostante gli indici Purchasing Manager Indexes (Pmi) stilati dall'istituto Ihs Markit segnalino per il settore tedesco dei servizi un calo sia ad agosto che a settembre, causando un rallentamento del ritmo di espansione economica per il secondo mese consecutivo, la produzione manifatturiera cresce al tasso più rapido da gennaio 2018, sostenendo la fiducia delle imprese.

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La cancelliera Angela Merkel con il ministro delle Finanze Olaf Scholz

Certo, come ha avvertito il presidente della Bundesbank Jens Weidmann la strada per la ripresa sarà lunga e accidentata, ma il rimbalzo estivo dell’economia teutonica, la prima manifattura europea, sta diventando ripresa. L’indice aziendale tedesco Ifo (Information und Foschung) che determina il sentiment e le condizioni nel settore aziendale si è attestato in Germania a 93,4 punti nella lettura di settembre, in aumento rispetto agli 92,6 di agosto, anche se al di sotto del consenso degli economisti a quota 94 punti.

Il più importante centro studi economici teutonico con sede a Monaco di Baviera che dà il nome anche all’indice di misurazione anche fatto sapere che l'indicatore relativo alle condizioni attuali si è attestato a 89,2 punti mentre quello sulle aspettative è a 97,7. Il sentiment tra i manager tedeschi "è ulteriormente migliorato", ha spiegato il presidente dell’istituto bavarese Clemens Fuest, sottolineando come "le società hanno valutato ancora una volta la loro situazione attuale migliore rispetto al mese precedente" e "si aspettano inoltre che la loro attività riprenda ulteriormente". L'economia tedesca, ha spiegato Fuest, "si sta stabilizzando nonostante l'aumento del numero di infezioni".

Nel settore manifatturiero, ha aggiunto l'economista, il Business Climate Index "ha registrato un notevole aumento", con "un numero significativamente inferiore di aziende che hanno valutato la propria attuale situazione aziendale come difficile", mentre più imprese "si aspettano che la loro situazione migliorerà ulteriormente".

Nel settore dei servizi, invece, "l'indice è sceso dopo essere salito quattro volte di seguito" e “ciò è dovuto ad aspettative meno ottimistiche” dovute a tagli del personale e alla paura di possibili nuovi contagi da Covid-19, soprattutto per le aziende ad alto contatto sociale.

L'indice Ifo ha mostrato come "dopo il forte rimbalzo del terzo trimestre, l'economia tedesca è già entrata nella fase successiva della ripresa", ha spiegato invece Carsten Brzeski, chief economist di Ing, secondo cui "questa è la fase in cui il rimbalzo meccanico dovuto alle misure di blocco revocate si arresta e in cui emerge il volto più strutturale della crisi del Covid-19".

Questa è la fase in cui le aziende "iniziano a rendersi conto che l'allontanamento sociale e i blocchi locali sono destinati a restare per diverso tempo", ha commentato Brzeski. Allo stesso tempo, "altri settori sono già tornati ai livelli pre-crisi", ha proseguito l’esperto.

Insomma, anche se con segnali di rallentamento nel terziario, complessivamente la locomotiva tedesca pare riavviata ("l’industria è tornata a circa il 90% dei livelli pre-crisi e il rientro di molti lavoratori all’orario normale, dopo le riduzioni dovute alla crisi, continuerà a sostenere la ripresa", aveva sottolineato a inizio mese il vicepremier e ministro delle Finanze Olaf Scholz), fattore positivo per tutta l’economia dell’Eurozona.