Economia

Giappone, crollo storico dello yen. La terza economia sul viale del tramonto

di Lorenzo Lamperti

La moneta di Tokyo ai minimi sul dollaro Usa dal 1998 a causa di una politica monetaria ultra-allentata. E le previsioni sul Pil del 2022 sono fosche

Il crescente deficit commerciale del Giappone, prodotto della forte dipendenza dalle importazioni di energia e altre risorse, ha contribuito ad alimentare il declino dello yen. Gli importatori devono vendere più yen in cambio di dollari per pagare queste forniture. E le fluttuazioni continue sulla moneta "non sono gradite" all'economia giapponese, come ammesso dal portavoce del governo Hirokazu Matsuno. Ma secondo gli analisti le fluttuazioni non si fermeranno, anche perché è probabile che la BOJ mantenga la politica monetaria ultra espansiva almeno fino alla fine del mandato del governatore Haruhiko Kuroda in aprile.

Le difficoltà vissute dall'economia giapponese non sono comunque certo una novità. L'Abenomics ha lasciato un'eredità contrastante. Lanciata nel 2013, la politica economica di Abe si è sviluppata lungo le “tre frecce”: politica monetaria aggressiva, politica fiscale flessibile e riforme strutturali. Con la nomina nel marzo 2013 di Haruhiko Koruda come governatore della Bank of Japan, Tokyo ha deprezzato lo yen per aumentare l’inflazione, che non ha mai raggiunto l’obiettivo del 2% ma che di fatto ha determinato un aumento del 12% delle esportazioni.

Le centinaia di miliardi di dollari spese per modernizzare le infrastrutture e preparare il paese alle Olimpiadi, tuttavia, hanno aggravato il rapporto debito pubblico/Pil giapponese, tra i peggiori del mondo dei paesi sviluppati. Il nuovo premier Fumio Kishida ha più volte ripetuto che la sua priorità sarebbe stata la creazione di un "nuovo capitalismo giapponese" dove lo stato e le aziende lavorano insieme per ridurre le disuguaglianze prodotte da due decenni di liberalizzazioni e dalla stessa Abenomics.

Ma l'impresa appare complicata, anche a causa di Covid, guerra in Ucraina, inflazione e necessità di aumento della spesa militare. Nel frattempo, peralatro, il turismo in entrata in Giappone, che contribuisce a migliorare la bilancia commerciale del Paese, rimane depresso a causa delle persistenti restrizioni ai viaggi legate al Covid-19. Anche se qualche segnale positivo potrebbe arrivare dai dati sul pil del secondo trimestre, con un'economia che potrebbe essere cresciuta del 2,9%, lo 0,7% in più rispetto alle previsioni. Ma terzo e quatro trimestre dovrebbero portare brutte notizie e circa il 42 per cento delle grandi imprese del Giappone prevede un rallentamento dell'economia nazionale nell'arco dei prossimi 12 mesi per effetto dell'inflazione.