Economia
GranTerre-Parmacotto, sì alle nozze. Gustoso affare da oltre un miliardo di euro, nasce gigante degli insaccati da 2500 dipendenti
Previsto un fatturato di 1,5 miliardi in cinque anni. L’accordo darà vita a un gruppo con una forza lavoro di 2.500 dipendenti distribuiti su 20 stabilimenti in Italia, di cui 14 di Salumifici GranTerre e sei di Parmacotto
La rinascita di Parmacotto passa da GranTerre
Un gigante italiano del prosciutto, anzi un vero e proprio polo degli insaccati. Questo è ciò che nascerà dall’accordo siglato tra GranTerre e AZ, finanziaria della famiglia Zaccanti che controlla la storica Parmacotto. Il risultato? Una realtà industriale da 1,1 miliardi di euro, con 2.500 dipendenti e venti stabilimenti tra Modena e Parma (14 Salumifici GranTerre e 6 Parmacotto). La strategia è chiara: portare il fatturato a 1,5 miliardi entro cinque anni, puntando sia sui mercati consolidati come Stati Uniti ed Europa, sia su nuove opportunità di crescita.
In pratica, GranTerre, la cooperativa modenese leader nella produzione e distribuzione di salumi, assorbirà interamente Parmacotto tramite il conferimento delle quote della società da parte della famiglia Zaccanti, proprietaria della storica azienda parmense. Per Ivano Chezzi, presidente di GranTerre, è un passo chiave per “valorizzare Parmacotto” e rafforzare il suo ruolo nel settore dei salumi italiani, mentre Giovanni Zaccanti, presidente di Parmacotto, parla di “opportunità” per affrontare le sfide del mercato con più risorse e innovazione.
L’operazione è stata gestita da Intesa Sanpaolo, ma, nonostante si stata etichettata come una partnership, l’accordo ha più il gusto di una vera e propria acquisizione: GranTerre, con i suoi 1,6 miliardi di fatturato annuo, supera senza dubbi Parmacotto, che invece ha chiuso il 2023 con circa 150 milioni. In ogni caso nei prossimi mesi, le due aziende continueranno a operare separatamente, ma l’obiettivo sarà quello di unificare la governance per creare un unico gruppo forte e ben strutturato.
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D'altra parte Parmacotto, dopo aver superato un periodo di crisi culminato in un concordato preventivo nel 2015, vede in questa fusione una svolta per rilanciarsi e crescere, grazie anche al sostegno della famiglia Zaccanti. Ora, forte di una struttura più solida e orientata alla sostenibilità, la storica azienda parmense si prepara a diventare un protagonista del settore, spingendo su innovazione e nuovi mercati per competere da leader nel mondo dei salumi italiani.