Economia

I pesticidi comuni provocano l’impotenza nei maschi. Lo studio USA

di Antonio Amorosi

Dall'esame di 671 pazienti americani, presi come campione rappresentativo di circa 29 milioni di persone, emerge il dato inquietante

Gli uomini che durante l’adolescenza mangiano cibi contaminati da pesticidi rischiano seriamente di compromettere la propria fertilità

 

L’impotenza nei maschi o disfunzione erettile, sopratutto tra gli adolescenti, sarebbe procurata dai pesticidi più comuni. La società italiana di Andrologia ha spiegato da tempo, ad esempio, che l'esposizione all'erbicida/pesticida Atrazina riduca di 10 volte la concentrazione del testosterone nei maschi della rana, modificandone lo sviluppo sessuale. 

Ed è noto che esistano ricerche che indichino come accada anche nei maschi del genere umano, anche se ci sono studi che sostengano non sia del tutto dimostrato.

Ora una ricerca del National Health and Nutrition Examination Survey su 671 pazienti americani, presi come campione rappresentativo di circa 29 milioni di persone, lo dice in modo esplicito: le disfunzioni erettili sarebbero da collegare all’uso dei pesticidi più diffusi.

Lo studio, pubblicato sul Journal of Endocrinological Investigation, ha visto i ricercatori confrontare i livelli urinari dei pazienti che manifestavano disfunzioni con chi non ne soffriva. Dei 671 pazienti maschi sottoposti ad indagine, circa il 37% soffre di disfunzione erettile. Il quadro peggiora con il fumo, l’invecchiamento, il diabete, l’inattività fisica ma sarebbe l’esposizione all’insetticida clorpirifos e ad altri organofosfati, a provocare possibili squilibri ormonali importanti, non associati all’età. Questo anche se l’impotenza si dovrebbe manifestare con maggiore probabilità tra i 40 e i 70 anni.

Uno studio del 2015 a cura del Milken Institute School of Public Health della George Washington University sugli abitanti della isole Faroe, un paradiso incontaminato tra Islanda e Norvegia, sostiene che gli uomini che durante l’adolescenza mangiano cibi contaminati da pesticidi rischiano seriamente di compromettere la propria fertilità.

Nella storia i risultati del National Health and Nutrition Examination Survey sono sempre stati utilizzati per determinare la prevalenza delle principali malattie e dei fattori di rischio delle stesse.

Se da un lato l'impiego di pesticidi è in grado di incrementare l’efficienza dell’agricoltura, dall’altro esistono ormai evidenze scientifiche che ne documentano un ruolo negativo nello sviluppo e nella funzione dell’apparato riproduttivo. “I danni sono mediati da una inibizione della funzione ipofisaria”, scrive la rivista ufficiale della Società Italiana di Andrologia (SIA), “ridotto rilascio di gonadotropine, ormoni che stimolano la funzione testicolare. Studi condotti su animali esposti hanno riscontrato danni istologici sulla polpa testicolare e ridotta spermatogenesi, che si ripercuote sul numero degli spermatozoi nel liquido seminale. Accanto al danno quantitativo i pesticidi sono anche responsabili di alterazioni qualitative come difetti della funzione degli spermatozoi, alterazioni del materiale genetico e ossidazione cellulare”.

Nel 2018 la SIA racconta anche il difficile quadro scientifico a monte delle ricerche. Gli studi presi in considerazione hanno spesso fatto perno su casi di esposizioni estreme, che ad oggi non si è ancora in grado di avere certezze e poi l’effetto varia da caso a caso, con l’incremento all’esposizione, le caratteristiche dell’individuo (ad esempio “trattandosi, poi, frequentemente, di sostanze liposolubili, cioè di facile accumulo nelle cellule adipose, un soggetto obeso è anch’egli più sensibile agli effetti”), ma la correlazione esiste, procurando la riduzione del numero e della qualità degli spermatozoi e uno sviluppo anomalo dello sperma.

Inoltre, gli inquinanti derivanti dai pesticidi presenti nelle falde acquifere, nel suolo, nei prodotti domestici e nei sottoprodotti della produzione chimica figurano in una lista crescente di colpevoli di anomalie dello sviluppo, quali ridotta qualità dello sperma e impotenza.

L’ultimo studio USA, uno dei primi del genere si concentra principalmente sul biomarcatore per l’esposizione al clorpirifos (TCPy).

Entro il 2025, si prevede che oltre 300 milioni di uomini nel mondo soffriranno di disfunzione erettile. Il problema è segnalato in un terzo della popolazione maschile statunitense e si ritiene sia collegata alle sostanze chimiche presenti nell’ambiente.

La salute riproduttiva può essere compromessa se i maschi sono esposti in vari momenti della vita, dall’utero fino all’età adulta, a questi agenti.

Ma le autorità di regolamentazione non sono in grado di dimostrare che i pesticidi facciano male. E dentro la UE non stiamo meglio. Di recente il parlamento europeo ha votano contro la proposta di ridurre l’uso di pesticidi entro il 2030.