Ilva, Morselli conferma la svolta: "Continuità produttiva fino al 20 dicembre" - Affaritaliani.it

Economia

Ilva, Morselli conferma la svolta: "Continuità produttiva fino al 20 dicembre"

Spiragli di luce nelle querelle che vede coinvolto il governo con ArcelorMittal, ma soprattutto una grande quantità di lavoratori dell'ex stabilimento Ilva. Oggi il presidente del tribunale di Milano, Roberto Bichi, ha disposto il rinvio al 20 dicembre dell'udienza (cui hanno partecipato i legali delle predette parti, la Procura della Repubblica di Milano intervenuta in giudizio, le parti intervenute Regione Puglia, Comune di Taranto e Codacons) relativa al contenzioso civile tra il gruppo angloindiano e i commissari dell'Ilva, che erano ricorsi alla giustizia in seguito alle decisioni presa lo scorso 4 novembre da ArcelorMittal di recedere dall'investimento effettuato a Taranto a causa dell'eliminazione dello scudo penale ad opera del decreto legge Salva Imprese, convertito definitivamente in legge il giorno precedente. Non un rinvio burocratico, ma teso a favorire "la trattativa da svolgersi sulla base delle intese e degli impegni assunti".

Sono stati presi in considerazione, insomma, gli effetti dei passi avanti registrati ieri nel tavolo tra i dirigenti di ArcelorMittal e le istituzioni, tanto che il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha commentato che "dopo l'incontro a palazzo Chigi c'è un momento in cui le parti, il governo e l'azienda, si trovano a dover capire se è possibile un percorso comune. Lo slittamento temporalmente e limitato della fase processuale, quindi, era una cosa attesa". Di fatto, governo e ArcelorMittal avranno adesso altre 3 settimane di tempo per provare ad arrivare a una soluzione che comunque, ricordava ieri lo stesso Patuanelli, "non sarà al ribasso". Nel frattempo, ArcelorMittal garantirà il regolare funzionamento degli impianti, come assicurato in tribunale dall'amministratore delegato di ArcelorMittal Lucia Morselli.

Spiragli di luce che non convincono gli operai dell'Unione sindacale di Base dell'ILVA di Taranto a desistere dallo scendere in piazza venerdì mattina, per una manifestazione dallo slogan eloquente "No ai ricatti, all'ex Ilva e nel resto del Paese" che si salderà non a caso con quella indetta da Friday's for Future in occasione del quarto Global Strike per il clima.

"Taranto ha diritto a un futuro senza veleni e i lavoratori dell'ex Ilva hanno diritto ad un posto di lavoro sicuro e dignitoso - scrivono gli organizzatori - Le tante crisi industriali che sono in discussione presso il Mise non troveranno una soluzione se non rilanciando l'azione pubblica, che non può certo ridursi a finanziare gli ammortizzatori sociali. Salvare Taranto e chiudere le fonti dell'inquinamento deve rappresentare un segnale per tutto il paese: vogliamo un'industria sana, rispettosa della salute dei lavoratori e dei cittadini, che sia un'alternativa produttiva vera al cimitero di persone e di aziende al quale ci vogliono condannare".

Ed è a Taranto - conclude l'Usb - che si gioca una battaglia concreta di grande valore simbolico per il resto del paese: o si sceglie la strada di uno sviluppo sano che mette al primo posto la dignità della città e dei lavoratori o si cede al ricatto di scelte scellerate che producono morte, disastro ambientale ed impoverimento sociale".