Economia
Intel batte il mercato sulla trimestrale ma mette in guardia su carenza chip
Intel ha sorpreso gli investitori presentando dei risultati superiori alle attese nel secondo trimestre, beneficiando di una solida performance delle vendite dei computer e dei prodotti correlati. Nello specifico, la societa' ha chiuso i tre mesi conclusi a giugno contabilizzando un utile di 5,1 miliardi di dollari e generando vendite pari a 19,6 miliardi usd, superando rispettivamente i 4,2 miliardi e i 17,8 miliardi usd stimati in media dagli analisti di Wall Street.
"La digitalizzazione continua ad accelerare, creando una vasta opportunita' di crescita per noi e i nostri clienti nelle aree di business core ed emergenti", ha commentato l'amministratore delegato, Pat Gelsinger, aggiungendo che "il mercato dei Pc e' in forte espansione ed e' pronto a continuare a fare bene", mentre i consumatori e le aziende sostituiscono i vecchi hardware tra il ritorno al lavoro post-pandemia e il lancio di Windows 11 di Microsoft previsto alla fine dell'anno.
"Anche se le persone tornano in ufficio, stanno tornando in gran parte al lavoro ibrido", ha proseguito, "ci aspettiamo che questa necessita' di densita' di PC, di piu' pc per famiglia, continui". Da quando e' rientrato in Intel a febbraio, Gelsinger si e' impegnato a creare un'attivita' di produzione di chip a contratto, ha annunciato importanti espansioni delle fabbriche e ha attirato nuovi talenti per ripristinare la potenza tecnologica dell'icona della Silicon Valley.
Secondo il Wall Street Journal, la societa' e' inoltre in trattative per acquistare GlobalFoundries per circa 30 miliardi di dollari, in quella che sarebbe la sua piu' grande acquisizione di sempre e un segnale di quanto sia serio l'intento di Gelsinger di rendere Intel un produttore di chip commerciali. Le mosse arrivano in un momento in cui la domanda di chip ha assistito a una significativa impennata, portando a una carenza di questi prodotti a livello globale e un aumento dei prezzi per alcuni articoli di consumo. Secondo il Ceo, la carenza di chip potrebbe estendersi fino al 2023, mentre il settore dei semiconduttori statunitense cerca di stare al passo con la crescente domanda per questi prodotti.
"Potrebbero essere necessari uno o due anni per ritornare a un ragionevole equilibrio tra domanda e offerta nel settore dei semiconduttori", ha dichiarato Gelsinger nel corso di un'intervista successiva alla pubblicazione dei risultati trimestrali. "La carenza di approvvigionamento dovrebbe iniziare a mostrare segni di allentamento entro la fine dell'anno", ha continuato, aggiungendo che "abbiamo ancora molta strada da fare. Ci vuole solo molto tempo per costruire la capacita' di produzione".
Il Ceo ha riferito inoltre che il rallentamento degli ordini hardware da parte dei grandi operatori di data center, osservato a seguito di un'impennata dello scorso anno, e' stato ampiamente superato. Nel secondo trimestre dell'anno, le vendite dei chip per data center di Intel sono scese infatti a 6,5 miliardi di dollari, attestandosi al di sotto dei livelli dello scorso anno, quando la pandemia di coronavirus aveva portato a una rapida diffusione dei servizi di cloud computing che si basano su tali strutture. A cio' si aggiunge l'agguerrita concorrenza di Advanced Micro Devices, che ha eroso la quota dominante di Intel nel settore.
In crescita, invece, le vendite per il business incentrato sui Pc che sono rimbalzate del 6% a 10,1 miliardi di dollari rispetto allo scorso anno. La societa' ha anche alzato la propria guidance per l'intero anno, stimando un fatturato di 77,6 miliardi di dollari, 600 milioni usd in piu' rispetto al dato fornito in precedenza e superiore ai 72,7 miliardi attesi dal consenso.