Economia

iPhone, alcuni modelli al bando in Cina. WS in rosso trascina giù le Borse Ue

La tregua tra Cina e Stati Uniti sulla war trade è sempre più in bilico

Continua il braccio di ferro tra Qualcomm e Apple. Il produttore americano di microprocessori ha detto di avere ottenuto da un tribunale cinese una ingiunzione preliminare con la quale viene impedito al colosso tech di importare e vendere in Cina alcuni modelli vecchi di iPhone.

La tesi e' che i dispositivi violano due brevetti di Qualcomm. La decisione, datata 30 novembre, del tribunale cinese specializzato nella proprieta' intellettuale, e' la prima nel piu' grande mercato di smartphone al mondo a limitare la vendita di iPhone. Qualcomm ha spiegato che il tribunale e' convinto che Apple abbia violato un brevetto legato all'editing di foto e un altro con cui toccando lo schermo di un dispositivo si puo' scorrere da una finestra all'altra.

Non sembra che il divieto piombato su Apple comprenda gli iPhone piu' nuovi - i modelli XS, XS Max e XR - perche' non erano ancora sul mercato quando il caso e' stato aperto. Non e' nemmeno chiaro da quando il divieto sara' effettivo. Ad oggi sul sito di Apple in Cina i modelli di iPhone 7, 7 Plus, 8 e 8 Plus erano ancora in vendita. La vendita diretta di altri modelli colpiti dalla decisione - 6s, 6s Plus e X - e' stata invece fermata.

In una nota Qualcomm ha affermato di "dare molta importanza alla nostra relazione con i clienti, ricorrendo raramente a tribunali, ma crediamo anche che sia necessario proteggere i diritti di proprieta' intellettuale". Secondo il legale di punta del produttore di chip, "Apple continua a trarre beneficio dalla nostra proprieta' intellettuale rifiutandosi di compensarci. Gli ordini del tribunale sono una conferma ulteriore della forza del vasto portafoglio di brevetti di Qualcomm".

Le nuove schermaglie fra il mondo corporate di Stati Uniti e Cina si fanno sentire in Borsa. Dopo l'apertura, Wall Street accelera al ribasso, con le tensioni tra Stati Uniti e Cina che continuano a pesare sul sentiment degli investitori. Le incertezze sul fronte commerciale, insieme alle preoccupazioni legate alle questioni geopolitiche e al rallentamento della crescita globale, hanno ridotto la propensione al rischio sui mercati. Il Dow Jones e' in calo dell'1,48%, l'S&P 500 scende frazionalmente dell'1,23% e il Nasdaq Composite lascia sul terreno lo 0,56%.

"Questi ultimi giorni dell'anno appaiono carichi di tensioni su vari fronti. L'arresto del Cfo di Huawei e' stato visto come una minaccia al buon esito delle trattative commerciali in corso. A questo, si sono aggiunte le dichiarazioni nel fine settimana del rappresentante del commercio Usa, Robert Lighthizer, secondo il quale difficilmente si arrivera' al primo marzo con un accordo che, se non raggiunto, fara' scattare nuovi dazi", sottolineano gli strategist di Mps Capital Services. Inoltre c'e' stata "un'ondata di dati negativi provenienti da oriente: calano l'export e i consumi cinesi, rallenta la spinta economica australiana, scendono Pil e spese pro capite in Giappone", aggiungono gli strategist di Ig, puntualizzando che "il tutto avviene in un contesto di mercato gia' teso per le questioni commerciali tra Cina e Stati Uniti e per la vicenda Huawei, che rinfranca la convinzione di un'impossibilita' di raggiungere un accordo tra Pechino e Washington sugli scambi internazionali".

Anche per Ann-Katrin Petersen, investment strategist di Allianz Global investors, "e' chiaro che ci saranno continue tensioni commerciali e questo e' cio' che conta per gli investitori. E' una rivalita' tra super-potenze che durera' a lungo"