Economia

Istat, nel 2024 il Pil cresce dello 0,7% e migliora il deficit al 3,4%. Ma peggiora la pressione fiscale: in risalita al 42,6%

Il ministro dell'Economia Giorgetti: "I dati Istat di oggi confermano, come da sempre sostenuto con convinzione, che la finanza pubblica è in una condizione migliore del previsto"

di Redazione

Nel 2024 Pil a +0,7%

Nel 2024 l'economia italiana è cresciuta dello 0,7%. Lo rende noto l'Istat. Nel 2024 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.192.182 milioni di euro correnti, con un aumento del 2,9% rispetto all'anno precedente, spiega l'Istat, aggiungendo che in volume il Pil è cresciuto dello 0,7%. Il dato è inferiore alla stima del +1% indicata dal governo nel Piano strutturale di bilancio. 

Nel 2024  deficit a -3,4% del Pil, meglio delle stime 

Nel 2024 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil, ovvero il rapporto deficit-Pil, è stato pari a -3,4%, a fronte del -7,2% nel 2023. Le previsioni del governo contenute del Piano strutturale di bilancio indicano un valore del -3,8%.

Istat, saldo primario positivo 

Nel 2024 il saldo primario (indebitamento netto meno spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è positivo, pari a +0,4%, dal -3,6% del 2023. Lo riferisce l'Istat diffondendo la stima su prodotto interno lordo, indebitamento netto e saldo primario delle Amministrazioni pubbliche. 

Nel 2024 il debito sale al 135,3% del Pil 

Nel 2024 il debito pubblico italiano è salito al 135,3% del Pil dal 134,6% del 2023. E' quanto risulta dalle tabelle diffuse dall'Istat insieme ai dati su Pil e indebitamento dello scorso anno. Il dato del debito è inferiore a quello indicato dal governo nelle stime del Psb, pari a 135,8%. 

La pressione fiscale sale al 42,6% 

Nel 2024 la pressione fiscale è cresciuta di oltre un punto percentuale al 42,6%. Lo rileva l'Istat diffondendo il dato su Pil e indebitamento. Nel 2023 la pressione del fisco era pari al 41,4%.

Giorgetti: "Bene i conti, ora sfida in un contesto problematico"

"I dati Istat di oggi confermano, come da sempre sostenuto con convinzione, che la finanza pubblica è in una condizione migliore del previsto". Lo dichiara il ministro dell'economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. "L'avanzo primario certificato oggi dall'Istat - prosegue - è una soddisfazione morale. La crescita corrisponde a quella che avevamo aggiornato a dicembre", ha aggiunto. "Naturalmente tutto questo è confortante ed è ragione di soddisfazione. Ma non possiamo fermarci - conclude - ora la sfida è la crescita in un contesto assai problematico non solo italiano ma che coinvolge tutta Europa". 

Istat, bene agricoltura e servizi 

La crescita del Pil registrata nel 2024 è stata "stimolato sia da un contributo positivo della domanda nazionale al netto delle scorte (+0,5%) sia della domanda estera netta (+0,4%), mentre è stato lievemente negativo il contributo della variazione delle scorte (-0,1%)". Lo evidenzia l'Istat nel diffondere il dato sulla crescita e l'indebitamento nello scorso anno.

"Dal lato dell'offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite in agricoltura (+2,0%), nei servizi (+0,6%) e, in misura inferiore, nel complesso dell'industria (+0,2%). La crescita dell'attività produttiva è stata accompagnata da una espansione dell'input di lavoro e dei redditi".

Dal lato della domanda interna nel 2024 si registra, in termini di volume, un incremento dello 0,5% degli investimenti fissi lordi e dello 0,6% dei consumi finali nazionali, spiega la nota. Per quel che riguarda i flussi con l'estero, le importazioni di beni e servizi sono scese dello 0,7% e le esportazioni sono cresciute dello 0,4%. La domanda nazionale al netto delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla dinamica del Pil, rispettivamente per +0,5 e +0,4 punti percentuali, mentre l'apporto della variazione delle scorte è stato negativo per -0,1 punti. Il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 2,0% nell'agricoltura, silvicoltura e pesca, dell'1,2% nelle costruzioni e dello 0,6% nelle attività dei servizi. Si rileva una contrazione dello 0,1% nell'industria in senso stretto.

I consumi non ripartono 

Il dato sul Pil diffuso dall'Istat delude le associazioni dei consumatori, che evidenziano in particolare come i consumi delle famiglie restino al palo e chiedono al governo misure urgenti. "Il Paese resta bloccato, con il Pil che cresce sempre del solito zero virgola. Una stima inferiore a quella del governo, pari all'1%, anche se superiore ad altre stime che si fermavano allo 0,5%. Una magra consolazione, però". Afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

"Il fatto grave è che, nonostante tutti i soldi del Pnrr, si cresce pochissimo, con gli investimenti fissi lordi al palo e la spesa delle famiglie residenti che sale meno di tutti gli altri aggregati. Se si considera che la spesa dei consumatori rappresenta, in valori concatenati, il 55,56% di tutto il Pil - conclude -, è chiaro che fino a che non viene ridata capacità di spesa agli italiani, al 50% meno abbiente della popolazione, il Pil aumenterà sempre in modo asfittico".

"I dati sul Pil del 2024 diffusi oggi dall'Istat attestano ancora una volta la mancata ripartenza dei consumi in Italia, con la spesa delle famiglie che registra una marcata flessione in alcuni comparti chiave, afferma il Codacons, che torna a chiedere al governo "misure davvero efficaci sul fronte della spesa e del potere d'acquisto". "La spesa per consumi finali delle famiglie residenti continua a registrare una crescita irrilevante - rileva il Codacons - Ma ciò che desta particolare preoccupazione è come le famiglie abbiano modificato i propri consumi: lo scorso anno per alimentari e bevande non alcoliche la spesa degli italiani è scesa secondo l'Istat del -0,3%, il che significa che i cittadini hanno apportato tagli a cibi e bevande in tavola. Si comprano sempre meno vestiti e scarpe, col settore abbigliamento e calzature. Ma in sensibile calo è anche la spesa per la salute e quella per lo svago". 

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