Economia

Ita, le offerte non convincono: arriva la proroga al 22 agosto dal Mef

di Marco Scotti

Esclusivo/ Il Ministero dell'Economia ha definito "non pienamente coerenti" le proposte ricevute lo scorso 5 luglio: partita solo parzialmente riaperta

Ita, il Mef proroga la gara fino al 22 agosto

Ennesimo colpo di scena nella gestione del dossier Ita. Secondo fonti qualificate vicine al dossier che Affaritaliani.it ha potuto consultare, il Mef sarebbe propenso a concedere una proroga fino al 22 agosto per la definizione della cordata vincente. Ricordiamo che, da una parte, ci sono Msc e Lufthansa, mentre dall’altra il fondo americano Certares con Delta e Air France. Le offerte vincolanti erano state inviate entro lo scorso 5 luglio e, dal 6 del mese scorso si era iniziato a dire che Lufthansa e Msc avevano un vantaggio quasi incolmabile. Quasi, appunto. Perché la caduta del governo Draghi ha aperto un nuovo spiraglio per gli americani. Un piccolo sprazzo di luce, ovviamente, una remota possibilità. Ma, appunto, c’è questa evenienza. Tutto gira intorno a una domanda: il disbrigo degli affari ordinari del governo riguarda anche la concessione di Ita a uno o all’altro partner? Secondo Draghi e i suoi ovviamente sì, che hanno fretta di chiudere la partita per evitare che il Tesoro debba immettere nuovo capitale in Ita.

Ma Giorgia Meloni e il centrodestra in generale ha chiesto di non procedere con una scelta così strategica prima delle elezioni. Che si terranno il prossimo 25 settembre e che potrebbero portare alla definizione di un esecutivo in tempi brevi secondo gli ultimi sondaggi. Ma il tempo è decisamente tiranno: entro il 31 dicembre, pena una procedura d’infrazione, bisogna perfezionare la cessione di Ita come da accordi con l’Europa. Qualcuno teme addirittura che si possa finire in un impasse come con la famosa cordata degli “italiani coraggiosi” fortemente voluta dall’allora governo Berlusconi. Come riporta Adnkronos, le proposte pervenute, ha riferito il ministro dell'Economia Daniele Franco, "non sono pienamente coerenti" ed è stato chiesto, per questo, di "formulare ulteriori proposte". 

Ita, le nuove offerte

A quanto risulta ad Affaritaliani.it, Certares è intenzionata a presentare un'offerta competitiva non tanto dal punto di vista economico (siamo intorno ai 600 milioni) ma delle opportunità. Ad esempio, per quanto riguarda il ruolo del Mef. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze continuerebbe a ricoprire una posizione di rilievo, da “coprotagonista”, mantenendo un pacchetto sostanzioso di diritti di voto vicino al 40% e due posti (su cinque) in consiglio di amministrazione. L’altra novità è il ruolo di Malpensa come hub prioritario per i cargo. Data la sua posizione strategica nel cuore della direttrice Francia-Balcani, in prossimità delle principali arterie autostradali, Malpensa potrebbe diventerebbe un hub per il cargo per Ita, per il quale la compagnia potrebbe stilare una partnership con qualunque dei principali operatori al mondo. Mentre Fiumicino, triangolando con Boston e New York, diventerebbe il terzo hub europeo per passeggeri dopo Amsterdam e Parigi.

D’altro canto, fonti vicine al dossier riferiscono ad Affaritaliani.it che questo tentativo in extremis di Certares potrebbe andare fallito. Il Mef, infatti, ha chiesto un’ulteriore revisione delle offerte di entrambe le cordate ma il fondo americano, in realtà, sarebbe solo “ancora considerato” perché essendo una gara pubblica bisogna essere almeno in due. Ma nella sostanza questa ulteriore rielaborazione è una rinegoziazione con Msc-Lufthansa. Una volta dato il via libera il 22 agosto, la partita si potrebbe chiudere già nei giorni successivi. Il tema principale che il Mef vuole ulteriormente affinare è la governance, ovvero (al di là della quota che è il 20%) avere un potere approvativo (o di veto) sulle scelte strategiche e su quelle relative al management. Qui Lufthansa e Msc stanno facendo le loro valutazioni perché è naturale che ragionino in un’ottica industriale e non solo di “palazzo”. La sensazione, alla fine, è che una quadra verrà trovata con la cordata svizzero-tedesca. L’importante, però, è che sia una privatizzazione vera e non di facciata. E questo, al Mef, lo sanno molto bene.