Economia

Italia in svendita, camera con Covid. I fondi esteri a caccia di alberghi

di Marco Scotti

Alberghi, parte l’assalto alla diligenza per comprarli a prezzi ribassati

Oltre 125 miliardi. È il valore immobiliare degli hotel a 3, 4 e 5 stelle in Italia. Un patrimonio enorme che è stato letteralmente divorato dal Coronavirus. Secondo i dati dell’Enit, nel 2020 il calo di presenze turistiche rispetto all’anno precedente è stato del 56% su base complessiva e del 78% se si guardano solo gli stranieri.

La cassa integrazione ha funzionato a singhiozzo, i ristori sono stati complessi e il settore del turismo è di gran lunga quello che ha patito di più le conseguenze della pandemia, con un calo drammatico in un comparto che vale il 13% del pil (tradotto in cifre, parliamo di circa 250 miliardi di euro).

Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca si è detto tranquillo per un ritorno alla normalità nel 2022. Lo stesso Bocca aveva chiesto di dare la precedenza agli alberghi nella somministrazione dei vaccini in modo da creare aree “Covid free” come sta avvenendo in Grecia. Ma, seppur tra mille difficoltà, rimane palese che questo è il momento di fare affari per chi abbia denaro da spendere e parecchio pelo sullo stomaco. Gli obiettivi preferiti sono quegli edifici iconici che rappresentano un plus per le città un tempo meta dei turisti.

Dall’inizio di quest’anno si contano almeno quattro operazioni di peso: la prima è l’acquisto da parte del fondo Reuben dell’hotel Luna Baglioni in Piazza San Marco per circa 100 milioni. Si tratta di una struttura in fase di revisione, con 93 camere. Una potenziale gallina dalle uova d’oro, pagata oltretutto un prezzo interessante. Ma a Venezia ci sono almeno altri 50 alberghi che sarebbero pronti a passare di mano.

Sempre nella Serenissima, Coima – la società immobiliare guidata da Manfredi Catella – ha venduto per una cifra intorno agli 85 milioni uno degli hotel più iconici anche per il mondo cinematografico: l’Excelsior al Lido. Interessante notare come il valore di equity indicato a bilancio fosse di 104 milioni. Ma d’altronde non è il momento di eccedere con il puntiglio e conviene monetizzare quanto possibile.

(Segue...)