Economia
Enasarco, il cda si spacca: alzare le pensioni vuol dire rischiare il tracollo
La grande cassa previdenziale privata in consiglio di amministrazione deve decidere sul tema spinoso della perequazione delle pensioni. L'analisi
Oggi ai comandi della cassa, in un consiglio di 15 membri, siedono 8 consiglieri insediati dalla lista che ha vinto le elezioni due anni fa, cioè la lista “FarePresto!”, creata su iniziativa dell’Anasf – l’associazione fra i consulenti finanziari italiani – con l’adesione della Fiarc-Confesercenti e di alcune componenti minori ma attive come la Federagenti. Sulla carta, le decisioni del consiglio dovrebbero essere blindate da questo sia pur risicato margine di 8 a 7 a favore dei consiglieri di maggioranza. Ma non c’è pace nella storia di Enasarco.
Le liste sconfitte, innanzitutto la potente Usarci e poi la Confcommercio e la Confindustria, all’apertura delle urne scatenarono una dura battaglia di carte bollate contro i vincitori, che persero perché le ragioni dell’opposizione all’esito elettorale si rivelarono pretestuose. Insediato il nuovo consiglio, si profilò uno scenario imprevisto di permanente unanimità: cioè i consiglieri di minoranza hanno finora votato sempre insieme alla maggioranza.
L’Anasf ha espresso il presidente, nella persona di Alfonsino Mei. Alla Confesercenti spettava indicare il direttore generale, e l’ha fatto a novembre scorso nella persona di Antonio Buonfiglio, ex sottosegretario all’Agricoltura nella sedicesima legislatura, area Alemanno. Ma sulla condotta della direzione degli uffici, il Collegio sindacale ha espresso formalmente numerose riserve.