ll debito italiano sul tavolo di Draghi.Renzi alla prova dei mercati con i Btp
Se il premier non riprenderà un’attività di spending review in grado di mettere in sicurezza i conti pubblici, è illusorio sperare nell'ok di Berlino al Qe3
Non solo e non tanto per i partner europei, quanto per i contribuenti italiani, che potrebbero prima o poi affrontare una nuova manovra di “messa in sicurezza” dei conti pubblici di cui il governo non vuole neppure sentir parlare. Finora aveva giocato a favore la continua compressione della spesa per interessi dovuta all’azione della Bce, ma ora questa spinta potrebbe interrompersi: sui mercati, del resto, il rendimento dei Bund decennali è per la prima volta tornato frazionalmente sopra zero venerdì pomeriggio, mentre lo spread tra Btp e Bund si è riportato sopra l’1,2%.
La verifica si avrà con le prossime aste di titoli di stato a medio e lungo termine, se la domanda si dovesse indebolire i tassi inevitabilmente risaliranno e per il Tesoro saranno ulteriori costi da sostenere. Se non altro la Bce non correrà il rischio, una volta ottenesse il via libera ad aumentare i suoi acquisti di Btp italiani, di sforare il criterio del rendimento minimo, ma questa non è esattamente una considerazione a vantaggio dei contribuenti italiani, su cui continua a gravare in ultima istanza il rischio correlato al debito sovrano, almeno sinché a Berlino non vedranno nero su bianco che le cifre finalmente tornano e le riforme non sono solo un fumoso tema di confronto elettorale, ma una “best practice” messa finalmente in atto.
eccato che tra referendum istituzionale e promesse di iniziare finalmente a ridurre strutturalmente il prelievo fiscale (il cui peso contribuisce a far calare gli investimenti) di spazio per operare una “virtuosa” e razionale opera di riduzione strutturale della spesa pubblica, che poi vuol dire intervenire su pensioni, sanità e pubblico impiego, lo spazio appaia davvero ridotto e il percorso molto accidentato e soggetto a possibili “imboscate” parlamentari.
Luca Spoldi