Economia

Ma quale recessione, l'economia Usa rallenta meno del previsto

Ma quale recessione. La crescita economica degli Stati Uniti rallenta nel corso del quarto trimestre 2015, ma non così nettamente come stimato dagli analisti grazie a una spesa dei consumatori abbastanza sostenuta da compensare gli sforzi delle imprese per ridurre gli eccessi di beni a magazzino. Il Dipartimento del Commercio, nella sua terza stima, ha infatti certificato un incremento del prodotto interno lordo ad un tasso dell’1,4%, contro una stima dell’1% precedente. Si tratta della seconda revisione al rialzo, dopo che la prima stima preliminare ipotizzava un più modesto 0,7%.

La revisione al rialzo del Pil mostra la "solida domanda interna", ma anche come la "più debole crescita internazionale abbia continuato a pesare sull'economia americana nel quarto trimestre", commenta la Casa Bianca. "E' importante andare avanti con politiche che aprano nuovi mercati alle nostre esportazioni e promuovano una forte domanda interna".

Il ritmo abbastanza solido della spesa dei consumatori (+2,4% su base annua) sottolinea di fatto una resistenza di fondo dell’economia Usa e dovrebbe contribuire a fugare i timori di una possibile recessione che hanno condizionato i mercati negli ultimi mesi. La spesa è stata sostenuta, in particolare, da una costante crescita dei salari e dall’aumento dei prezzi delle case.

Le scorte, tuttavia, pur in riduzione permangono su livelli più elevati rispetto alla domanda interna. Le aziende americane hanno accumulato beni a inventario per un totale di 78,3 miliardi di dollari, contro la stima di 81,7 miliardi del mese scorso.

Sui dati e sulle prospettive future pesa ovviamente l’andamento del prezzo del petrolio, che nel corso del 2015 si era ridotto di oltre il 60% rispetto al livello massimo toccato nel 2014 (nel mese di giugno) oltre quota 100 dollari al barile. Tuttavia l’apprezzamento del dollaro, in rallentamento da inizio anno, e il recupero del prezzo del petrolio nel corso del 2016 dovrebbero spingere verso l’alto i profitti delle imprese americane, contribuendo così a sostenere la crescita di posti di lavoro.