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Economia
Made in Italy, rallenta l'export extra-Ue: ma il vino tiene botta (+0,5%)
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Export, Zoppa (Ice): "Le vendite di beni strumentali rallentano l'export verso extra-Ue di maggio 2024 che però tiene rispetto al 2023"

"I mercati extra-Ue stanno a guardare e mantengono un atteggiamento prudente in attesa degli esiti elettorali in mercati di riferimento per il Made in Italy come Stati Uniti e Regno Unito, rispettivamente secondo e sesto Paese di destinazione delle esportazioni italiane nel 2023". Così parla il Presidente di ICE Agenzia, Matteo Zoppas, in merito ai dati dell’Export extra-Ue di maggio 2024 diffusi oggi dall’Istat.

"Da notare il segnale positivo che arriva dagli USA per quel che riguarda l’incoraggiante inversione di tendenza per i prodotti agroalimentari, cresciuti del 18,2% tra gennaio e aprile 2024. Anche il vino che ha vissuto un momento di estrema incertezza e preoccupazione da parte dei produttori italiani per i risultati del 2023 registra tra gennaio e aprile 2024 una tenuta a +0,5%; un dato non ancora pienamente positivo che fa respirare uno dei comparti più strategici del Made in Italy agroalimentare negli Stati Uniti.

Preoccupa il perdurare delle tensioni geopolitiche che continuano a influire sui mercati del credito e sulla logistica e movimentazione delle merci. Ulteriore elemento di attenzione riguarda gli effetti della eventuale introduzione di dazi che nei prossimi mesi potrebbero influire significativamente, soprattutto sugli scambi di beni intermedi. A maggio 2024 le esportazioni verso i Paesi extra-UE si sono ridotte rispetto al mese precedente del -2,3% ma hanno tenuto se paragonate ad un anno fa +0,1%, grazie alla crescita delle vendite di beni di consumo durevoli e non, rispettivamente a +28,2% e +7,3%, che è stata controbilanciata dal forte calo dei beni strumentali (-11%).

LEGGI ANCHE: Meglio di Stati Uniti e Francia. Export, l'Italia è quinta al mondo

Da segnalare nel confronto annuale l’ulteriore crescita delle esportazioni verso la Turchia (+29,4%) seguita dai Paesi dell’area del Sud America (+9,6%); la sostanziale tenuta di Regno Unito (+2,1%), Opec (+1,2%) e Stati Uniti (-0,3%) accompagnati però dal calo delle vendite in Svizzera (-11,4%), Giappone (-4,3%), Paesi dell’area del sud-est asiatico (-4,2%) e Cina (-3,2%). Bene il saldo commerciale che nei primi 5 mesi dell’anno si conferma ampiamente positivo, a 26,5 miliardi, più del doppio rispetto ai 12,5 miliardi dello stesso periodo del 2023.”






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