Manovra, accordo tra Italia e Ue fatto al 95%. Esclusiva Affaritaliani.it
Manovra, ecco come si è (quasi) arrivati alla fumata bianca tra Roma e Bruxelles
"L'accordo è sicuro al 95%. Ormai ci siamo, mancano soltanto alcuni dettagli da definire". Una fonte governativa ai massimi livelli rivela ad Affaritaliani.it come la trattativa tra l'esecutivo e la Commissione sia ormai quasi in dirittura d'arrivo e, salvo colpi di scena, l'esito sarà quasi certamente positivo. Niente procedura d'infrazione, dunque, grazie soprattutto alla capacità di mediazione del presidente del Consiglio. D'altronde il ministro dell'Economia Giovanni Tria l'aveva promesso, "resto a Bruxelles fino al raggiungimento dell'intesa".
E infatti è proseguito anche oggi il negoziato a livello tecnico tra il governo e la Commissione europea sulla Legge di Bilancio per il prossimo anno. Successivamente, il titolare del dicastero di Via XX Settembre ha visto nuovamente i commissari Ue Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici. Il tutto all'indomani del faccia a faccia tra Giuseppe Conte e Angela Merkel (azionista di riferimento dell'Unione) a margine dell'ultimo Consiglio europeo del 2018 convocato in particolare per affrontare la vicenda della Brexit.
Le relazioni tecniche sui due provvedimenti chiave della manovra - reddito di cittadinanza e quota 100 - hanno dimostrato che l'esecutivo era stato fin troppo abbondante nello stanziamento dei fondi e, quindi, i risparmi hanno consentito alla maggioranza M5S-Lega di abbassare il deficit-Pil al 2,04%. Non solo, come ha spiegato lungamente il ministro Tria ai commissari Ue, ci saranno anche risparmi a valle dell'entrata in vigore delle misure derivanti dal fatto che non tutta la platea stimata aderirà (il discorso vale in particolare per la riforma delle pensioni).
A pesare sul confronto Roma-Bruxelles e sull'ammorbidimento della Commissione (che inizialmente aveva chiesto una discesa del deficit/Pil all'1,8%) è stata anche la Francia e la decisione del presidente Macron di violare ampiamente il tetto del 3% per venire incontro alle richieste dei Gilet gialli. Ufficialmente Moscovici ha spiegato che Parigi ha un debito sotto il 100% e che quindi non si può fare un paragone con l'Italia, ma per la Commissione Juncker - spiegano fonti governative - sarebbe stato davvero imbarazzante bocciare il 2,04% di Roma e non batter ciglio sul 3,5 di Parigi.
Un rischio due pesi e due misure che Conte e Tria hanno ben rappresentato ai loro interlocutori, Merkel, Juncker e i vari commissari competenti. L'esecutivo, infine, starebbe cercando di strappare all'Ue anche una fetta di investimenti, soprattutto per la messa in sicurezza del territorio, da non contabilizzare nel deficit per il 2019. E, comunque, a primavera ci sarà un nuovo round di colloqui, subito dopo i dati sulla crescita del Pil del primo trimestre.
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