Economia

Mediaset, Kkr in Prosieben. Si accende la campagna tedesca del Biscione

di Andrea Deugeni e Luca Spoldi

Il primo azionista del gruppo media Axel Spinger che edita Bild e Die Welt nella tv tedesca messa nel mirino da Mediaset

Una mossa difensiva in chiave tedesca e cioè il primo passo per unire i due gruppi media nazionali Axel Spinger e Prosiebensat ora che la minaccia Mediaset si è fatta concreta oppure, come ad esempio sostengono gli analisti di Jp Morgan, un tentativo di salire a bordo del progetto MediaForEurope di Pier Silvio Berlusconi, coinvolgendo anche l’editore della diffusissima Bild e di Die Welt? Prosiebensat vola del 15% alla Borsa di Francoforte e torna ai massimi dal mese di febbraio sopra gli 11 euro per azione dopo che il fondo di private equity americano Kkr ha fatto il suo ingresso fra gli azionisti rilevanti, acquistando una posizione complessiva del 5,2%, tra quote dirette e strumenti finanziari.

Un ritorno per il colosso a stelle e strisce (che ha in portafoglio anche il 45% di Axel Springer) visto che era già stato ininterrottamente nel capitale dal 2006 al 2014, insieme ad un’altra società di private equity, Permira.

“Abbiamo deciso di reinvestire in ProSiebenSat.1 sulla base della convinzione che i mercati stiano attualmente sottovalutando la società”, ha spiegato alla Reuters un portavoce della società americana, precisando che Kkr ritiene la partecipazione “un investimento finanziario”. Investimento che il mercato sembra apprezzare (c'è da dire che il titolo era già risalito nelle ultime due settimane del 27%, sulla scia del rafforzamento di Mediaset nel capitale e di ricoperture in vista dell'assemblea di inizio giugno) .

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Kkr, in precedenza nota come Kohlberg Kravis Roberts&Co, a fine 2019 gestiva un patrimonio superiore ai 218 miliardi di dollari e quindi investire circa 137 milioni di euro (tanto valeva a ieri sera la partecipazione) non rappresenta certo la scommessa della vita anzi è solo una modesta frazione rispetto a una decine d’anni fa (Kkr e Permira avevano investito all’epoca 3,5 miliardi per il 100% della società), ma è pur sempre il segnale di un interesse per il risiko del settore televisivo europeo a cui Mediaset ha fatto capire di voler partecipare nel ruolo di polo aggregante. Per non rimanere poi vittima in un futuro non troppo lontano delle mira dei colossi del settore americani, a cominciare da Netflix. 

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La mossa di Kkr, rivalutando ProsiebenSat.1 (che da 2.64 miliardi vede la capitalizzazione rimbalzare sui 3 miliardi), per ora fa felice sia Pier Silvio Berlusconi (Mediaset, che in borsa capitalizza poco più di 2,1 miliardi, è cresciuta in questi mesi sino a diventare il primo azionista dell’emittente tedesco col 24,2% del capitale) sia l’investitore ceco (con interesse nel settore editoriale europeo) Daniel Kretinsky, socio al 10%. Chi sembra essere stato colto di sorpresa è l’establishment finanziario tedesco, tanto che gli analisti di Commerzbank commentano in una nota: “Le cose hanno iniziato a muoversi sullo sfondo e ad acquisire slancio più rapidamente di quanto ci aspettassimo”.

La battaglia per ProsiebeSat.1, che potrebbe coinvolgere anche altri gruppi finanziari già presenti nel capitale come Capital Management Co. (9,98% di ProsiebenSat.1) e BlackRock (7,27%), potrebbe dunque essere iniziata. L’obiettivo finale, secondo Commerzbank, sarebbe arrivare a una separazione tra le attività televisive in chiaro e la controllata NuCom Group (NCG), cui fanno capo una serie di attività sul web come Flaconi, Stylight, Verivox o Elitepartner. O in alternativa favorire il consolidamento del controllo di Mediaset, che se rilevasse la quota di Kkr (ma dovrebbe prima chiedere il consenso dell’Antitrust a salire sopra il 25% del capitale) arriverebbe a sfiorare il 30%, soglia oltre la quale scatta l’obbligo di Opa, a valori tali da indurre Kretinsky e i fondi azionisti ad apportare i loro titoli.

Pier Silvio Berlusconi Amministratore Delegato Mediaset
 

Un’arma cui Pier Silvio Berlusconi non sembra avere per ora intenzione di ricorrere, posto che si risolva il nodo della governance dell’emittente tedesca, così da favorire quell’assemblemant in salsa continentale cui il Biscione guarda da tempo col progetto Mfe, in cui confluiranno le attività italiane e spagnole del gruppo di Cologno Monzese e, appunto, la partecipazione in terra tedesca per dar vita “all’unico broadcaster free paneuropeo”. Un polo al quale nella visione dei Berlusconi sarebbero poi destinate ad aggregarsi, presto o tardi, altri soggetti come i francesi di Tf1 ma in cui non è escluso possano rimanere, almeno in parte, investitori finanziari come gli stessi Kkr e BlackRock (che al momento deve gestire anche l’uscita del suo azionista di riferimento, finora col 22,4% del capitale, Pnc Financial Services Group).

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Di sicuro, con il consolidamento in atto, non sarà difficile per Kkr far fruttare l’investimento. Insomma, per il big a stelle e strisce del private equity comunque vada sarà un successo. Per quanto riguarda invece Cologno Monzese, l’attenzione per il tema Prosiebensat sarà sulla conference call di mercoledi mattina del chief financial officer Marco Giordani che presenterà al mercato la trimestrale di Mediaset (oggi positiva a Piazza Affari con un +0,61% a 1,809 euro per azione a fine seduta).

Nell'ultimo incontro con gli analisti, il manager aveva evidenziato le divergenze con l’ex amministratore delegato della tv tedesca Max Conze sulla aggregazione tra le due società e l'interesse del Biscione a una alleanza sul core business. L'uscita di Conze (dopo la salita del gruppo dei Berlusconi)  e il nuovo focus strategico sembrano aver allineato la direzione di marcia di Prosiebensat con quella di Mediaset. Sul cui orizzonte ora c'è l'incognita Kkr.