Economia
Mediobanca, record di ricavi e utili per primo semestre d'esercizio 2017/2018
Il CDA Mediobanca, presieduto da Renato Pagliaro, ha approvato i risultati di esercizio e consolidati al 31 dicembre 2017, illustrati dall'AD Alberto Nagel
Mediobanca approva relazione semestrale al 31 dicembre 2017: crescita, qualità e sostenibilità dei risultati del Gruppo
Il Gruppo Mediobanca conferma la validità del percorso intrapreso col Piano Strategico, a 18 mesi dall'avvio, mostrando elevata capacità di crescita, qualità e sostenibilità dei risultati. Il primo semestre dell'esercizio 2017/2018 chiude con il record di ricavi, utile operativo e utile netto. Il risultato operativo aumenta del 23%, a esso concorrono la positiva dinamica dei ricavi e la continua riduzione del costo del rischio.
Il semestre salda con un utile di 476,3 milioni in aumento del 14% rispetto allo scorso anno (418,2 milioni) riflettendo il miglioramento di tutte le divisioni di business e il progressivo consolidamento delle acquisizioni nel Wealth Management. Nel dettaglio, i ricavi aumentano da 1.072,4 a 1.169,9 milioni (+9,1%): margine d’interesse in incremento del 5,7% (da 635,6 a 672,1 milioni) per il maggior contributo del Consumer Banking (432,3 milioni contro 408,4 milioni) ed il miglior margine della tesoreria che, ancorché negativo, passa da -70,6 a -47,4 milioni per il minor costo della raccolta e l’ottimizzazione della liquidità. Il calo del Wholesale Banking (106 milioni contro 132 milioni) è in parte compensato dallo Specialty Finance (30 milioni contro 21,4 milioni) e dal Wealth Management (126,7 milioni contro 117,5 milioni); le commissioni e altri proventi (291,2 milioni) sono in netta ripresa rispetto allo scorso anno (236,8 milioni) per i maggiori volumi intermediati derivanti anche dal maggior perimetro del Wealth Management; l’incremento dello Specialty Finance (26,5 milioni contro 20,2 milioni) riflette maggiori proventi da incasso sul portafoglio NPL, in buona misura non ricorrenti. Il contributo di Assicurazioni Generali e delle altre partecipazioni flette da 136,2 a 121,2 milioni per il ridotto contributo del secondo semestre di Generali (31,4 milioni) che sconta le rettifiche effettuate dalla Compagnia a fine settembre (minusvalenze da cessioni).
Parallelamente, i costi di struttura (in aumento del 15,1% da 463,5 a 533,6 milioni) scontano l’ampliamento di perimetro (la crescita si attesta al 3,7% escludendo gli effetti Banca Esperia e Barclays), il rafforzamento delle strutture operative e di controllo anche a supporto della crescita di volumi (nuovi canali distributivi e piattaforme informatiche) e i costi dell’integrazione di Banca Esperia (operativa cominciando dal primo dicembre). Le rettifiche di valore su crediti segnano un calo del 38,4% (da 183,7 a 113,2 milioni) per l’altro miglioramento del profilo di rischio del portafoglio in particolare nel Consumer Banking (da 159 a 121,6 milioni) e nel Wholesale Banking (riprese nette per 36,5 milioni per quasi il 90% costituiti da rimborsi su attività deteriorate). Il costo del rischio si abbassa a 58bps in ulteriore miglioramento rispetto allo scorso anno (102 bps) e all’ultimo esercizio (87bps). Gli utili del portafoglio titoli (in calo da 121,7 a 94,4 milioni) riguardano essenzialmente la plusvalenza sulla cessione della partecipazione in Atlantia (89 milioni). Il semestre è stato gravato dal contributo al Fondo Tutela dei Depositi per 10,4 milioni (di cui 5,4 milioni relativi al contributo ordinario DGS per l’anno 2017 e 5 milioni di contributo straordinario richiamato dallo schema volontario ) e da svalutazioni su titoli AFS per 2,8 milioni collegati all’azzeramento della partecipazione in Caricesena e degli ABS ricevuti in scambio.
Mediobanca, in crescita masse gestite e impieghi
Quanto ai dati patrimoniali, il totale attivo è in crescita (da 70,4 a 72,1 miliardi) per i maggiori volumi dell’attività creditizia, mentre è proseguita l’ottimizzazione della liquidità e del costo raccolta. Rispetto al 30 giugno 2017: gli impieghi aumentano del 3,7%, con livelli di attività elevati in tutti i segmenti e prevalentemente nel Wholesale Banking (+4,7%, da 12,8 a 13,4 miliardi) e nello Specialty Finance (+23,6% da 1,6 a 2 miliardi). Prosegue la crescita dei mutui ipotecari (+2,6% da 7,5 a 7,7 miliardi) malgrado il persistere delle surroghe e dei finanziamenti al consumo che superano i 12 miliardi (+3%). Il semestre mostra un aumento dell’erogato in tutti i principali segmenti: Wholesale Banking (+26,7% a 3.843 milioni), Consumer Banking (+7,1% a 3.346,3 milioni), Specialty Finance (+39,4% a 2.547,8 milioni, in particolare nel factoring) e mutui ipotecari (+30,4% a 694,5 milioni). Le attività deteriorate nette flettono da 940,5 a 892,3 milioni per minori ingressi, cessioni del Consumer Banking e rimborsi nel Wholesale Banking; l’incidenza sul totale degli impieghi è in ulteriore calo dal 2,5% al 2,3% con un tasso di copertura in lieve aumento (55% contro 54,6%). Le sofferenze nette saldano in 143,3 milioni e rappresentano lo 0,4% (sostanzialmente stabile) del totale impieghi. Alla voce non concorrono gli impieghi NPL acquisiti da MBCredit Solutions, il cui stock nel semestre è aumentato da 134,8 a 267,7 milioni per effetto di acquisti di pacchetti retail unsecured.
La raccolta cala da 49,1 a 47,4 miliardi e riflette principalmente il rimborso del primo programma T-LTRO (1,5 miliardi) ed il parziale rinnovo delle obbligazioni in scadenza, volto all’ottimizzazione della liquidità ed alla riduzione del costo della raccolta. Le nuove emissioni cartolari per 2,3 miliardi, inclusa una covered per 750 milioni, si confrontano con rimborsi per 2,7 miliardi. Il lieve calo dei depositi Retail Banking CheBanca! (da 13,4 a 13,1 miliardi) è fronteggiato dai maggiori depositi private (5,1 miliardi contro 4,5 miliardi).
Le obbligazioni del banking book calano da 8,4 a 7,6 miliardi per la riduzione delle consistenze di titoli di stato italiani (da 3,3 a 2,7 miliardi). L’esposizione in titoli di stato rimane stabile al 67% ma segna un progressivo aumento dei titoli di stato europei a circa il 48% del portafoglio. Anche gli impieghi di tesoreria si riducono da 7,3 a 5,1 miliardi per i minori depositi presso BCE (da 1,3 a 0,2 miliardi).
Le masse gestite nel Wealth Management, inclusa la raccolta retail scendono da 59,9 a 58,4 miliardi per l’estinzione di alcuni mandati (AUC) a bassa marginalità di Cairn Capital; gli attivi gestiti/amministrati salgono invece di €1,5mld nel semestre (da 30 a 31,5 miliardi) e sono ripartiti tra Private Banking (23,9 miliardi contro 22,9 miliardi) e Affluent & Premier di CheBanca! (7,6 miliardi contro 7,1 miliardi). Gli indici patrimoniali al 31 dicembre 2017, si confermano elevati, pur essendo in calo rispetto al 30 giugno scorso per la prevista maggior deduzione della partecipazione Assicurazioni Generali per rispettare il limite di concentrazione fissato al 20% (dal 25%) a partire dal 31 dicembre scorso (circa 40bps di minore CET1).
Mediobanca tra le migliori banche europee per qualità del credito, basso profilo di rischio e solidità patrimoniale
Lo scorso primo febbraio è stata ottenuta dalla Banca Centrale Europea l’autorizzazione all’adozione del metodo AIRB ai fini della misurazione dei requisiti patrimoniali relativi al rischio di credito. Dal marzo prossimo i nuovi modelli verranno applicati al segmento corporate e progressivamente estesi agli altri segmenti di business. Al 31 marzo è stimato un risparmio di RWA nell’ordine di 5 miliardi (ponderazione media delle esposizioni corporate a circa 60%) confermando così l’elevata qualità dei processi creditizi, da sempre tratto distintivo della Banca. L’impatto sul CET1 si tradurrà in un incremento nell’ordine di 140 bps, che consentirà di rafforzare la già elevata solidità patrimoniale del Gruppo e favorirà una più robusta crescita secondo gli obiettivi del Piano triennale.
La Banca Centrale Europea, ad esito del processo SREP per il 2018, ha confermato i requisiti patrimoniali assegnati lo scorso anno al Gruppo Mediobanca. In particolare: il CET1 Ratio minimo è pari a 7,625%, incluso il requisito Pillar 2 ("P2R") dell'1,25%, mentre il Total Capital Ratio minimo è pari al 11,125%. Tali coefficienti sono in crescita (rispettivamente dal 7% e dal 10,5% dello scorso anno) unicamente per il previsto aumento del capital conservation buffer nel periodo transitorio (1,25% nel 2017, 1,875% nel 2018, 2,50% nel 2019). I requisiti assegnati si confermano tra i migliori nell'area euro e riflettono la qualità dell'attivo del Gruppo Mediobanca, il presidio dei rischi e la solidità anche in condizioni di stress.