Economia

Mps, PopVicenza e Veneto Banca.In un anno e mezzo fuga dei depositi per 30 mld

Ecco il conto della crisi e dell'incertezza

Aspettare a risolvere una crisi, continuando a tirar calci al barattolo, non serve a nulla. Lo sanno bene Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca che dopo aver approvato i rispettivi bilanci 2016, chiusi con nuove pesanti svalutazioni dei crediti deteriorati, sono in attesa dell’avvio di una ricapitalizzazione prudenziale ancora da definire nei dettagli, in particolare per quanto riguarda il meccanismo del “burden sharing”, ossia la ripartizione degli oneri tra i soci e gli obbligazionisti privati e la mano pubblica.

fabrizio viola
 

L’incertezza, si dice, non aiuta ed esaminando l’andamento dei conti delle tre banche si ha ancora una volta la conferma di ciò. Mps, che lo scorso anno ha tentato invano una ricapitalizzazione di mercato, ha chiuso il bilancio al 31 dicembre 2016 con una perdita di 3,24 miliardi, dopo 3,38 miliardi di rettifiche su crediti (a fronte di 1,64 miliardi di rettifiche già effettuate nel 2015).

L’incertezza sui tempi e sui modi del rafforzamento di Mps già a metà anno avevano fatto partire se non una corsa almeno la tendenza a un graduale alleggerimento dei depositi presso l’istituto, che a fine 2015 registrava nel bilancio consolidato circa 111,4 miliardi di crediti verso la clientela, cifra scesa a 107,5 miliardi a fine giugno e poi a 106,7 miliardi a fine anno a livello consolidato.

Guardando poi il bilancio individuale di Mps il calo dei depositi appare più evidente: la capogruppo infatti ha visto calare a fine anno a 85 miliardi i crediti verso la clientela rispetto ai 95 miliardi di fine 2015, mentre i crediti verso altre banche sono scesi a 17,7 miliardi, contro i 19,1 miliardi circa di un anno prima. Se non altro, stando alle dichiarazioni dei vertici dell’istituto senese, da metà gennaio 2017 in poi i flussi che da metà del 2016 erano in uscita dovrebbero avere invertito la tendenza. Quanto a BpVi, in attesa di fondersi con Veneto Banca il 2016 si è chiuso con una perdita netta di 1,9 miliardi dopo gli 1,4 miliardi di rosso del 2015 (e ai 497 milioni già persi nel 2014), a fronte di 1,078 miliardi di rettifiche su crediti (da 1,3 miliardi dell’anno prima).

mps
 

I crediti verso la clientela sono calati a 22,5 miliardi dai 25,2 miliardi circa di fine 2015, anno in cui si era già registrato un deflusso di 8,8 miliardi concentrato nell’ultima parte dell’anno complici i timori suscitati dal decreto che “risolse” Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFe. Infine Veneto Banca ha chiuso l’anno scorso con 1,5 miliardi di euro di perdite (dagli 881 milioni di rosso di fine 2015), ovvero 1,625 miliardi a livello individuale (da 871 milioni di perdita di 12 mesi prima), anche in questo caso con consistenti svalutazioni su crediti, pari a 1,02 miliardi (dopo i 610 milioni circa del 2015). In questo caso l’istituto ha visto i crediti verso la clientela calare appena sotto la soglia dei 15 miliardi, contro i 19,58 miliardi segnati a fine 2015 (e i 23,83 di fine 2015). I crediti verso altre banche sono in compenso risaliti leggermente andando a sfiorare i 3 miliardi contro i 2,78 miliardi di dodici mesi prima.

(Segue...)