Economia

Mps-UniCredit, rinvio a dopo giugno. Fondi scettici sull'operazione Siena

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La matassa bancaria s'aggroviglia, anche perchè i bandoli con nodi sono due: oltre a Mps, anche UniCredit. Cosi' l'acquisizione pilotata che da sei mesi si apparecchia a Roma è ormai una corsa a ostacoli, in cui le tattiche e i nervi contano come le strategie e i miliardi. La conseguenza piu' ovvia in casi simili, scrive Repubblica, è lo slittamento, magari fino all'estate 2021: che per Siena significherebbe presentare da sola il piano per ripianare il patrimonio di vigilanza (stima ufficiale del "buco", 1,5 miliardi nel 2021), e per Unicredit scavallare l'assemblea del 15 aprile, quando gli azionisti del mercato padroni della public company nomineranno il nuovo cda e il successore dell'ad uscente Jean Pierre Mustier.

E' una ricostruzione su cui convergono piu' fonti bancarie, politiche e di vigilanza: ma niente va dato per scontato, quando l'azionista al 64% di una delle due banche e' il Tesoro italiano, che da settimane spinge per ricapitalizzare Mps contestualmente con la sua vendita a UniCredit, con cui tratta da luglio. Proprio il Tesoro dopo il 20 gennaio, ricevute le indicazioni dei vertici di Mps, andra' a negoziare "politicamente" con l'Antitrust europeo l'ennesimo rafforzamento dell'istituto. La strada per l'operazione e' di nuovo tortuosa malgrado il fresco passaggio - indenne nella Finanziaria dagli strali di M5S e Leu - della misura che abbuona a chiunque compri Mps nel 2021 due miliardi di euro di attivita' fiscali, trasformandole in capitale.

Sul lato dei compratori l'infruttuosa ricerca del nuovo ad, oltre al timore di molti amministratori di fronte alle perplessita' espresse dietro le quinte dai fondi esteri grandi azionisti, potrebbe bloccare le scelte decisive almeno per altri tre mesi. Negli ultimi giorni le interlocuzioni di Blackrock e Capital Research, soci forti in Unicredit con il 5% ciascuno, abbiano indotto il presidente in pectore Pier Carlo Padoan, gia' ministro del Tesoro e parlamentare del Pd, a valutare con la piu' grande attenzione ogni fuga in avanti verso Siena.

Lo scetticismo degli azionisti di UniCredit - che ha perso quasi meta' del suo valore in Borsa quest'anno - potrebbe ritorcersi contro gli amministratori, al rinnovo per tre anni tramite lista che il cda stesso dovra' inoltrare entro il 25 marzo; ma tale lista deve trovare ampio supporto per battere eventuali fondi attivisti e produrre una governance consona all'unica banca "sistemica" italiana.