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Arbolia e Università della Tuscia: un nuovo modello per assorbire la CO2
Tanteri (Arbolia): “In un mondo così evoluto tecnologicamente, piantare un albero è ancora l'azione più efficace per ridurre le emissioni di CO2”
Lo studio risulta particolarmente rilevante per il suo carattere unico e perché sviluppato su base nazionale, mirato alla sua sistematizzazione e all’integrazione nel Sistema Paese, condizione che porterebbe all’affermarsi di uno standard di riferimento a livello nazionale, riducendo la variabilità dei valori attualmente in uso nei diversi progetti di forestazione. Non solo, centrale è la coesistenza tra pubblico e privato, chiamati ad agire sinergicamente per un obiettivo comune, con chiari vantaggi per i territori: “Il punto di partenza è il mercato delle compensazioni volontarie, un mercato che già oggi in Europa vale 2 miliardi e che si stima in futuro possa arrivare a un valore simile a quello dei mercati di compensazione obbligatoria di 1000 miliardi”, spiega ancora Matteo Tanteri.
“È stata presentata a fine novembre una proposta della Commissione Europea per far in modo che anche attività come la riforestazione siano riconosciute tra le fonti che possono generare questo tipo di carbonio e lo Studio della Tuscia ci dà un punto di partenza su cui poi speriamo si possano basare anche il Governo Italiano, le commissioni parlamentari e le istituzioni collegate per definire uno standard italiano. Questo può essere importante per stabilire un meccanismo che faccia effettivamente partire la piantumazione di molti più alberi in Italia”.
A distinguere l’operato della società Arbolia, facente capo a Snam, è la volontà di operare in perfetta comunione con i territori, “restituendo” a questi, attraverso le operazioni di riforestazione urbana, la qualità dell'aria, la bellezza ma anche il concetto di comunità e socialità che la creazione di un nuovo spazio verde è capace di offrire.
Matteo Tanteri, Amministratore Unico di Arbolia e Senior Vice President Sustainability and Social Impact di Snam, racconta così la Società benefit: “Arbolia è nata per tre motivi. Il primo quello di contribuire al tema della riforestazione urbana: gli alberi nelle città servono per tanti motivi, non solo per catturare la CO2 ma anche per ridurre le temperature e contribuire alla bellezza dei nostri luoghi. Per Snam, Arbolia è stata anche un modo, come si usa dire in inglese, di ‘give back’, cioè restituire qualcosa ai territori su cui operiamo e il punto di partenza è stato semplice ma un po’ rivoluzionario: ancora oggi in un mondo così evoluto tecnologicamente piantare un albero è ciò che di più efficace ed efficiente possiamo fare per ridurre le emissioni di CO2”.
Arbolia finora ha realizzato 31 boschi in 24 città, dove è stata fondamentale la collaborazione con i comuni. Ha un modello di business fortemente basato sulla collaborazione fra pubblico e privato: il pubblico, quindi i comuni, sono coloro che mettono a disposizione i territori, le aree dove fare questo tipo di operazioni, e i privati sono coloro che collaborano con Arbolia e sponsorizzano i boschi, guidati dal desiderio di contribuire ai territori e di rendere qualcosa sui territori. Piantare alberi nelle città e curare quelli già in vita sono azioni determinanti che garantiscono significativi benefici ecosistemici per l’ambiente: oltre ad assorbire CO2 e PM10, gli alberi proteggono il suolo, riparano dai rumori e mitigano le temperature. Le aree verdi realizzate in contesti urbani, inoltre, possono essere di supporto alla regolazione climatica degli edifici e permettono di assorbire acqua durante gli eventi di pioggia, fungendo anche come sistema di filtraggio delle acque piovane.
Un recente esempio di riqualificazione di aree verdi è rappresentato dal bosco urbano di circa 2.000 piante nel Comune di San Giuliano Milanese: l’iniziativa è stata resa possibile grazie anche al contributo di Valvitalia Group, società attiva nella progettazione, produzione e fornitura a livello globale di apparecchiature e componenti destinati all’industria dell’energia, e ANICTA, associazione di categoria che raggruppa le aziende italiane che operano nel settore delle coibentazioni industriali termiche e acustiche.
Nell’area individuata sono state poste complessivamente 1.942 piante di differenti specie arboree (acero campestre, olmo campestre, farnia, carpino bianco) e arbustive (biancospino, viburno lantana, rosa canina). Il nuovo bosco urbano consentirà di assorbire fino a 332 tonnellate di CO2 in 20 anni e fino a 338 Kg di PM10 all’anno. L’iniziativa prevede anche la manutenzione dell’area verde per i primi due anni a cura di Arbolia e successivamente da parte del Comune.