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Coronavirus, Ciaschini: "Fase 2 Imperial Tobacco? Precauzione, responsabilità"

di Micaela Longo

Imperial Tobacco Italia asseconda il cambiamento culturale imposto da COVID-19: sicurezza, responsabilità, flessibilità e innovazione accompagneranno la fase 2

Coronavirus, fase 2: l'intervista di Affaritaliani.it a Margherita Ciaschini, HR Manager Italy di Imperial Tobacco Italia.

A fronte di un calo delle vendite stimato a -8%, il settore del tabacco, contraddistinto da un'industria e un mercato tradizionalmente “anticiclici” e stagionali, combatte oggi contro una crisi economica senza precedenti.

Per la fase 2 del Coronavirus, Imperial Tobacco Italia ha optato per una virtuosa collaborazione tra Risorse Umane e Senior Manager, inaugurando un'era all'insegna della sicurezza e del digitale, con un rientro della forza vendite sul campo del 40% e della popolazione di ufficio del 30%, smart working a tutti i livelli, sanificazione degli ambienti e ridistribuzione degli spazi e dei turni di lavoro.

Affaritalini.it ha parlato di tutto questo con Margherita Ciaschini, HR Manager Italy di Imperial Tobacco Italia.

Il 4 maggio è terminato il lockdown: come vi siete preparati alla fase 2? Come state gestendo il rientro del personale al fine di garantire sicurezza e continuità operativa?

La filiale italiana di Imperial Brands, Imperial Tobacco Italia, ha deciso di iniziare la Fase 2 mantenendo gran parte delle modalità organizzative dei suoi dipendenti, oltre 200, adottate a partire dal 10 marzo scorso: smart working a tutti i livelli, sia per la field force distribuita sul territorio nazionale, sia per gli oltre 80 lavoratori della sede centrale di Roma. Si è optato per un graduale rientro della forza vendite sul campo (40%) con un approccio precauzionale che terrà conto anche delle realtà locali (stop ancora per la Lombardia), volto a seguire il più possibile le indicazioni del governo e mettendo al primo posto la sicurezza dei dipendenti e delle loro famiglie, principio che è stato messo in pratica anche nel resto delle filiali di Imperial Brands in tutti i paesi interessati, in momenti diversi, dal lockdown dovuto all’emergenza sanitaria

Come evolverà il vostro assetto organizzativo in termini di struttura e di processi?

Sono state avviate già da alcune settimane le procedure per permettere il rientro di tutti, seppure in maniera graduale: l’acquisto di mascherine e dispenser di igienizzanti per le mani, l’applicazione di schermi in plexiglass per la reception, la sanificazione dei locali, un termoscanner per la misurazione della temperatura all’ingresso. Un approccio basato su grande rigore e su un attento studio della distribuzione degli spazi e dei turni di lavoro. Ci stiamo organizzando per consentire un rientro al 30%” della popolazione di ufficio.

Avete nominato un “Covid manager”? In quale area dell’azienda si colloca e a chi riporterà? Quali saranno i suoi obiettivi? 

Sin dall’inizio dell’emergenza coronavirus, l’azienda ha scelto una strada di grande collaborazione e condivisione guidata dal dipartimento Risorse Umane e coadiuvata dai Senior Manager di tutte le altre aree aziendali. Un approccio che sta funzionando e che vede anche una viva partecipazione di tutto il personale che è stato coinvolto a più riprese anche in termini di engagement e con una specifica survey interna sullo smart working. Ne è uscito un quadro che mostra un’organizzazione matura e funzionante, dove in modo quasi automatico le persone hanno modificato il proprio modo di lavorare con il risultato di uno snellimento nelle procedure, una semplificazione dei processi e una complessiva assunzione di maggiore responsabilità dovuta a deleghe maggiori vista la distanza fisica tra colleghi. Una distanza che non ha arrestato, ad esempio, l’ingresso in azienda di nuovo personale: da metà marzo ad oggi hanno fatto il loro ingresso in Imperial tre nuove risorse. Un'esperienza certamente unica per loro e nuova per noi, di cui siamo orgogliosi.

Che impatto prevedete sui vostri ricavi, margini e dipendenti nel 2020? E nel 2021?

Tradizionalmente l’industria e il mercato del tabacco sono sempre stati “anticiclici”, lo abbiamo visto anche in passato durante crisi economiche più o meno gravi: nel quadro di un calo generalizzato di vendite in tutti i settori, quello del tabacco è sempre stato uno degli ultimi a perdere volumi. Oggi siamo di fronte ad una crisi economica diversa da tutte le altre e anche per il nostro settore alcuni elementi di novità incideranno soprattutto nei prossimi mesi. Un esempio sotto gli occhi di tutti è rappresentato dall’azzeramento dei flussi turistici che ha avuto un impatto sulle vendite nel nostro settore, come in tantissimi altri, già a marzo e aprile. Il mercato del tabacco ha anche un carattere di stagionalità e in questo senso non ci aspettiamo cambiamenti nei mesi a venire che vedranno alcune occasioni di consumo, ad esempio quelle legate alla vita sociale e ai locali all’aperto, quasi completamente azzerate.

A livello generale, come evolveranno i consumer needs, le abitudini di spesa e i modelli di consumo? Quali saranno le categorie di prodotti e servizi più a rischio, meno a rischio o, addirittura, favorite?

Le abitudini di acquisto e di consumo sono cambiati in questi mesi e, se si tornerà ai modelli precedenti, questo avverrà tra molto tempo. Osserviamo nel settore del tabacco un generale calo delle vendite, secondo le nostre stime pari a circa -8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, percentuale che supera il trend negativo registrato negli ultimi 10 anni. 

La tendenza generale per tutti i beni di consumo è oggi più che mai quella di acquistare ciò che si conosce: i marchi stabili e ben posizionati a livello di prezzo tendono a mantenere le proprie quote di mercato, nel nostro caso registriamo in questo contesto la tenuta dei brand che hanno queste caratteristiche, come West e JPS. Per quanto riguarda le altre categorie, registriamo buone vendite per la sigaretta elettronica myblu e riscontriamo un incremento per i tabacchi trinciati come Horizon il cui consumo, che porta con sé una ritualità diversa, forse più si addice a questo periodo caratterizzato da una nuova distribuzione del tempo e dei ritmi di vita.

Quali impatti si possono prevedere a livello socio-economico in Italia, in Europa e a livello globale?

Quella appena iniziata è una crisi economica globale con impatti sociali nuovi, perché nuova è la causa e innovative, nonché globali, dovranno essere le soluzioni. Stanno cambiando non solo le modalità, come abbiamo detto, ma anche le priorità di consumo, alcune si evolveranno, altre scompariranno, ne nasceranno di nuove. Flessibilità, innovazione, creatività e digitalizzazione aiuteranno persone e organizzazioni a proseguire il loro sviluppo e a superare questa emergenza.

Guardate all’impegno della task force messa in piedi dal Governo con fiducia? Cosa pensate dell’App di tracciamento? Prevedete di utilizzarla?

Personalmente, mi auguro che questa App possa costituire un elemento di aiuto per le persone e per le autorità sanitarie per consentire un graduale ritorno alla normalità e, soprattutto, per evitare il livello di diffusione che abbiamo visto nei mesi scorsi non solo in Italia. Alla luce di quanto avvenuto in questi mesi credo però che, da sola, non possa bastare e che per questo le sue grandi potenzialità debbano essere supportate da una rete territoriale molto attiva e reattiva, in costante contatto con le persone. 

Viviamo in un mondo che ha uno schema valoriale in rapida evoluzione: quali saranno, a suo avviso, le priorità del mondo che verrà e quale sarà il ruolo e il compito delle aziende?

É così, credo che sia a livello personale che professionale le scale di valori stiano mutando. Per le aziende sarà importante fare tesoro dei molti spunti e insegnamenti che si possono trarre da questa eccezionale esperienza che ci sta chiamando ad un cambiamento culturale, verso un paradigma che mette al centro l’assunzione di responsabilità e il lavoro per obiettivi invece del controllo. Molti cambiamenti vengono proprio dalle persone che stanno mostrando e dimostrando risorse e capacità in alcuni casi prima sopite. Grande creatività e tante potenzialità che, se còlte e valorizzate, potranno dare loro anche maggiori soddisfazioni nel lavoro.