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Fondo For.Te., "Dare forma al futuro": il II Forum sulla formazione continua
Il ruolo sempre più centrale dei Fondi interprofessionali nel processo formativo di qualità
Torna il Forum sulla formazione continua di Fondo For.Te.: nella 2ª edizione focus sugli investimenti per la crescita di aziende e lavoratori
Dalla seconda edizione del Forum sulla Formazione Continua, organizzato da Fondo For.Te. in collaborazione con 24Ore Eventi, emergono riflessioni cruciali su temi centrali come le sfide e le prospettive della formazione continua, la spendibilità delle competenze nei moderni mercati del lavoro e il legame tra formazione e impiego. Il Forum ha lanciato un appello unanime per aumentare gli investimenti e semplificare i processi di acquisizione delle competenze, riconoscendo la formazione come un investimento fondamentale per lo sviluppo sostenibile di aziende e lavoratori.
“La formazione continua non è un costo, ma un investimento, un investimento in noi stessi, nei nostri collaboratori e nelle nostre aziende”, ha sottolineato Paolo Arena, Presidente di Fondo For.Te., che nel suo discorso conclusivo ha evidenziato quanto i Fondi interprofessionali debbano essere considerati “cervelli” e non semplici “erogatori di risorse".
La “formazione continua” rappresenta oggi uno strumento condiviso da datori di lavoro e lavoratori. E si fonda sul riconoscimento del valore crescente nel mercato del lavoro, della ricerca di professionalità, attitudini, abilità, competenze. E non solo. Può sviluppare elementi “intangibili” come la potenzialità, il talento, la fiducia, la creatività, l’adattabilità e l’attitudine al raggiungimento di obiettivi. Quelle che, in gergo, vengono definite “soft skills”. “Una formazione", secondo Arena, "incentrata sui fabbisogni professionali e sull’efficacia, più che sugli adempimenti formali”.
Il Secondo Forum sulla formazione continua ha confermato il percorso già avviato lo scorso anno da For.Te. e ha visto il Fondo al centro del dibattito sulla formazione continua in Italia e sul suo legame, ormai sempre più imprescindibile, con i moderni mercati del lavoro. Un’occasione di incontro, ricca di aggiornamenti, contributi ed interpretazioni, in cui esperti, aziende, Parti sociali e Istituzioni, si sono confrontati su questioni cruciali, concentrandosi sulla formazione continua e sulle competenze, fattori essenziali per affrontare con successo le sfide attuali e future legate all’occupabilità, alla competitivitàdelle aziende e allo sviluppo del Paese. Questa seconda edizione si è svolta sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, nell’Anno Europeo delle Competenze, promosso dalla Commissione Europea.
Il quadro di riferimento del Forum di For.Te. restituisce una fotografia chiara. In questi ultimi anni, assistiamo alla carenza di lavoratori adeguatamente formati e competenti, ormai in tutti i settori e un lavoratore su due non ha le competenze richieste dalle aziende. Nonostante l’economia del nostro Paese sia in affanno e il mercato del lavoro stia resistendo (la disoccupazione è scesa al 7,3% e l’occupazione è salita al 61,5% - dati Istat ultimo mese di Agosto) permangono elementi di forte criticità. Criticità che sono rappresentate soprattutto dalla ancora scarsa partecipazione femminile nel mondo del lavoro.
Il 43% delle donne è inattivo e la popolazione più giovane ha difficoltà ad inserirsi nei contesti lavorativi. Nel 2022 i giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet, sono quasi un quinto della popolazione giovanile tra i 15 e 29 anni (circa 1,7 milioni di ragazzi). Un tasso di 7 punti superiore a quello della media europea. Anche nell’ambito di un ampio confronto europeo in relazione all’effettivo ricorso ad attività formative da parte delle imprese e la partecipazione dei lavoratori alla formazione, il Forum mette in evidenza quanto il nostro Paese sia ancora lontano, sebbene con qualche cenno di miglioramento, dai migliori livelli rilevati in Europa.
Dai dati Eurostat, l’Italia riporta un tasso di partecipazione alle attività formative inferiore di 2,3 punti percentuale rispetto alla media europea. La Svezia è il Paese che registra la percentuale più alta 36,2% e l’Italia con il 9,6% è distante oltre 26 punti percentuali da questa best practice. Una quota che ci pone al di sotto del valore medio europeo pari all’11,9% e che mantiene il nostro Paese in una posizione ancora molto arretrata nel confronto tra Stati membri, occupando il diciannovesimo posto.
Tale situazione è determinata soprattutto dai troppo bassi livelli di competenze di base e di qualificazione della popolazione adulta, in particolare nelle classi di età più elevate. In questo contesto, la formazione è sempre più centrale. È cruciale quindi adeguare le competenze dei lavoratori per rimanere competitivi, con una formazione mirata, personalizzata e che ben si coniuga con le “tecnologie abilitanti”.
I Fondi interprofessionali, grazie alla costante collaborazione con le aziende, le istituzioni formative, sono oggi più che mai un soggetto, sempre più centrale nel processo formativo di qualità. Dalla loro nascita, vent’anni fa, i Fondi hanno saputo esprimere un grande dinamismo, grazie a strategie formative flessibili ed adattabili alle esigenze del lavoro e delle persone, favorendo equità ed inclusione. Quel dinamismo che ha caratterizzato l’intera attività di For.Te., in particolare in questo ultimo anno, lo si ritrova non solo nei numeri, ma anche nei progetti e nella crescente e continua partecipazione delle imprese che aderiscono al Fondo, per la crescita professionale dei lavoratori, il patrimonio più importante di ogni azienda.
La crescita di For.Te. sta anche e soprattutto nella sua capacità di reagire ai grandi cambiamenti trasformandoli in una nuova energia propulsiva per creare, aggregare, programmare e mettere a disposizione delle aziende e dei lavoratori risorse e progetti innovativi. Nel 2022 For.Te. ha messo a disposizione delle aziende aderenti e dei lavoratori un catalogo di interventi formativi erogabili in modalità a distanza asincrona, grazie all’accordo stipulato con Amicucci formazione – Skilla.
Sempre in termini di innovazione For.Te., in collaborazione con I.Q.C. (Italian Quality Company), ha concretizzato l’attestazione delle competenze acquisite al termine dei percorsi formativi finanziati dal Fondo stesso, attraverso il rilascio, rispettivamente degli “open badge” o dei “competence badge”. Con oltre 134 mila aziende aderenti e 1,4 milioni di lavoratori, il Fondo si colloca ai primi posti nel panorama nazionale dei fondi interprofessionali per la formazione continua. Nel biennio 2022/23 ha stanziato per finanziare la formazione delle aziende circa 150 milioni di euro. Dal 2005 al 31 agosto di quest’anno For.Te. ha erogato oltre 850 milioni di euro per formare più di quattro milioni di lavoratori, per un totale di ore di didattica erogate, superiori a 8 milioni.