Corporate - Il giornale delle imprese

Gruppo Sella: l'utile cresce a 88,9 mln nei primi nove mesi del 2022

Prosegue la strategia di crescita basata su relazione con i clienti, innovazione tecnologica e sviluppo di un ecosistema finanziario sostenibile

Gruppo Sella, positivi i risultati del terzo trimestre 2022: utile netto pari a 88,9 milioni di euro

Il Consiglio d’amministrazione della capogruppo Banca Sella Holding ha approvato i risultati consolidati al 30 settembre 2022. I primi nove mesi dell'anno si concludono con un utile netto di 88,9 milioni di euro, in crescita rispetto ai 48,6 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Al buon risultato, che conferma il trend registrato al 30 giugno, ha contribuito l’ampia diversificazione delle fonti di ricavo che caratterizza le strategie di crescita e sviluppo del gruppo, oltre alle buone performance nell’attività di market making e alla presenza nei portafogli di titoli indicizzati all’inflazione. Particolarmente positivo il margine di intermediazione che, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è cresciuto di 91 milioni di euro (+17%) raggiungendo i 626 milioni. Il margine di interesse è invece aumentato del 35%, arrivando a 247 milioni di euro, grazie alla componente commerciale e all’effetto positivo dei titoli indicizzati all’inflazione.

I ricavi netti da servizi sono aumentati del 6% a 296 milioni di euro. Il risultato netto dell’attività finanziaria è cresciuto del 12% a 82 milioni di euro per effetto dei risultati positivi del trading in conto proprio e delle cessioni dei crediti fiscali. In uno scenario reso complesso dalla spinta inflazionistica e dalle conseguenze delle tensioni geopolitiche globali, il Gruppo Sella, che ha messo a punto un piano di interventi per affrontare e contenere l’aumento dei costi energetici, ha continuato a svolgere efficacemente la propria attività a supporto di famiglie e imprese nell’attuale situazione di incertezza.

La raccolta globale al valore di mercato al 30 settembre 2022 si è attestata a quota 46,7 miliardi di euro, in calo del 5,1% rispetto ai 49,2 miliardi di fine 2021, principalmente per effetto della diminuzione di 4,4 miliardi di euro del valore dei corsi dei titoli, detenuti dai clienti e depositati presso le banche del gruppo, derivante dalla flessione dei mercati. Nonostante tale contesto, la raccolta diretta è cresciuta del 4,9% a 16,7 miliardi di euro e la raccolta netta globale è stata positiva, pari a 2 miliardi di euro. Gli impieghi alla clientela sono cresciuti del 7% raggiungendo i 10,4 miliardi di euro.

Positivi anche gli indici di qualità del credito. Il costo del rischio di credito annualizzato è sceso a 28 bps (era 49 bps nello stesso periodo dello scorso anno e 58 bps a fine 2021), l’Npl Ratio netto è diminuito al 2% (era 2,2% a fine 2021), così come l’Npl Ratio lordo pari al 3,8% (era 4,2% a fine 2021). Il tasso di copertura sui crediti deteriorati è leggermente diminuito al 49,2% (era 49,5% a fine 2021), mentre quello sulle sofferenze è sceso al 65,8% (era 67,1% a fine 2021). Il Texas Ratio è ulteriormente migliorato attestandosi al 29,4% (era 31,7% a fine 2021).

Nei primi nove mesi del 2022, è cresciuta ulteriormente la solidità patrimoniale del gruppo. Nel terzo trimestre, infatti, il Cet1 consolidato è risultato pari al 13,13% e il Total Capital Ratio al 14,88% (erano rispettivamente 12,28% e 14,19% a fine 2021), ampiamente superiori agli standard richiesti. Il livello dei coefficienti patrimoniali ha anche incorporato gli effetti derivanti dalla prima applicazione dei modelli interni avanzati (AIRB) sul credito, per i quali il gruppo ha ricevuto l’autorizzazione da Banca d’Italia nel mese di luglio.

Il buon andamento dei primi nove mesi è stato sostenuto da tutti i settori in cui il gruppo è impegnato, che consentono un'elevata diversificazione delle fonti di ricavo, frutto della propria strategia di crescita e sviluppo. In particolare, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la finanza e l’investment banking hanno registrato un incremento dei margini del 42%. I ricavi da servizi d’investimento e private banking, pur in presenza di forti tensioni sui mercati, sono cresciuti del 2,2% a 135 milioni di euro. Un ulteriore conferma del buon rendimento arriva dall’indice di redditività: il Roe è pari all’11,1%; il cost to income, pur considerando gli importanti investimenti realizzati, si è attestato al 70,8% in riduzione rispetto al 74,7% dello stesso periodo dell’anno precedente.

Nei nove mesi il numero totale dei clienti, rispetto alla fine dell’anno precedente, è cresciuto del 5,1%, a 1,2 milioni, senza considerare la fintech Hype detenuta in joint venture con illimity Bank. Il numero sale del 6,7% a 2,74 milioni tenendo conto dei clienti Hype.