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Montalbera porta il Piemonte a Vinitaly 2025: nuovo Alta Langa, sapori autentici e tradizione di famiglia
Morando (Montalbera): “Abbiamo sempre puntato su vini di alta qualità e su un posizionamento medio-alto, lontano dal segmento mainstream”

Montalbera racconta il Piemonte a Vinitaly 2025 con il nuovo Alta Langa d'esordio, prodotti autentici e radici familiari profonde
Uno stand che salta all’occhio a Vinitaly 2025, quello di Montalbera, capace di unire ospitalità, design e racconto del territorio in un perfetto equilibrio tra stile e sostanza. Un grande soppalco, che ha creato uno spazio curato nei minimi dettagli, accoglieva i visitatori con un elegante angolo bar, tavolini per la degustazione e una selezione di prodotti tipici piemontesi come salumi e formaggi, abbinati con cura ai vini in assaggio. Presente anche Nino Falcone, l'enologo dell’azienda, che guidava i wine lover alla scoperta delle etichette, spiegando tecniche di vinificazione, filosofia produttiva e storia.
A fare da cornice, una splendida immagine panoramica dei vigneti di Montalbera, di un verde vivo e rigoglioso, simbolo del legame profondo tra l’azienda e la sua terra. Un’immagine che non era solo decorazione, ma dichiarazione d’identità: portare la Langa e il Monferrato nel cuore di Verona, mostrando orgogliosamente un territorio e i suoi frutti.
In questo scenario, Montalbera ha esposto con entusiasmo le sue storiche eccellenze come il Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG e il Grignolino d’Asti DOC, e ha raccontato il suo più recente traguardo: il primo Alta Langa DOCG della cantina. Nello stand si respira un’atmosfera che unisce Francia e Italia: lì dove molti vedono competizione, Montalbera ha saputo cogliere il meglio di entrambe le scuole enologiche, coniugando ricerca, curiosità, spirito critico e imprenditoriale, sempre nel segno della qualità e della tradizione.
Il nuovo Alta Langa di Montalbera è uno Chardonnay in purezza, millesimato e Pas Dosé, nato dai vigneti di Castiglione Tinella, terra natale del fondatore Enrico Riccardo Morando. Affinato per 36 mesi sui lieviti, senza l’aggiunta di liqueur d’expédition, questo spumante rappresenta un inno alla purezza e all’identità territoriale.
La vinificazione segue i più rigorosi dettami del Metodo Classico: pressatura soffice, fermentazione in acciaio a temperatura controllata, affinamento lento e naturale. Il risultato è uno spumante di straordinaria eleganza, caratterizzato da un perlage fine e persistente, un bouquet ricco di note agrumate, pan brioche, crosta di pane e un sorso teso, minerale e avvolgente, che unisce complessità e bevibilità.
“Ogni millesimo è un nuovo inizio”, ha commentato Franco Morando, direttore generale di Montalbera. “L’Alta Langa per noi è un progetto che unisce radici familiari e visione enologica: vogliamo raccontare la nostra terra con autenticità e precisione”.
Con due sedi, a Castagnole Monferrato, dove sorgono anche le Wine Suites e la cantina principale, e a Castiglione Tinella, dove nasce l’Alta Langa, Montalbera è una delle poche realtà capaci di abbracciare due territori simbolo del vino piemontese. La partecipazione a Vinitaly 2025 ha rafforzato l’immagine dell’azienda come ponte ideale tra tradizione e innovazione, territorio e mercato, eleganza e ricerca.
Un messaggio forte, chiaro e coerente, espresso non solo nel calice, ma anche nell’esperienza che l’azienda ha saputo creare all’interno della fiera: un piccolo angolo di Piemonte che a Verona ha saputo lasciare il segno.
L’intervista di Affaritaliani a Franco Morando, Direttore Generale di Montalbera
Franco Morando ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: “Definirei questa un’edizione effervescente, anche perché fino a quattro giorni prima dell’inizio non avevamo la certezza che tutta la compagine americana sarebbe stata presente. L’annuncio del governo Trump e l’introduzione di nuovi dazi sono un tema molto serio: all’aumento dei 25 punti percentuali già in vigore, si è aggiunto un ulteriore 20%. Un incremento che, a mio modesto avviso, colpirà in particolare le fasce di mercato a basso prezzo, soprattutto quei vini nella fascia tra i 4 e gli 8 euro, che rischiano di trovarsi in un vero e proprio ‘cul-de-sac’, un vicolo cieco”.
“La nostra fortuna, se così possiamo chiamarla, è quella di aver sempre puntato su vini di alta qualità e su un posizionamento medio-alto, lontano dal segmento mainstream. Questo potrebbe aiutarci a subire un impatto leggermente minore rispetto ad altri produttori. Ma è chiaro che anche noi saremo toccati da queste politiche commerciali così dure, introdotte dalla presidenza Trump” ha affermato Morando.
“Personalmente”, ha proseguito Morando, “credo che nei momenti di maggiore crisi, come diceva Papa Pio V, ‘Quando c’è il buio più profondo, bisogna accendere una candela’. Per noi, quella candela sono gli investimenti: in risorse umane, certo, ma soprattutto in innovazione. Quest’anno, in un periodo complesso per il mercato italiano, segnato anche da politiche interne molto restrittive, come quelle volute dal Ministro Salvini in tema di sicurezza stradale e contrasto all’abuso di alcol, abbiamo deciso di lanciare un nuovo prodotto che mancava nella nostra gamma: l’Alta Langa. In un contesto in cui il mercato registra una contrazione del 30%, abbiamo scelto di investire”.
“Siamo fieri e onorati di produrre la nostra Alta Langa nella cantina di Castiglione Tinella, un luogo per noi molto speciale, poiché è la casa natale di mio nonno, Enrico Riccardo Morando. Un uomo che è stato pioniere del pet food in Italia, ma anche custode delle radici contadine della nostra famiglia. Siamo orgogliosi, come famiglia imprenditoriale, di poterci ancora definire, con convinzione, contadini” ha concluso il Presidente Morando.