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Riduzione del danno da fumo: i pareri del Global Forum on nicotine 2021
VIII Global Forum on nicotine: per gli esperti le alternative per la riduzione del danno “funzionano” ma “le istituzioni puntano a screditare questo approccio ”
Global Forum on nicotine: due giorni di dibattito a Liverpool per l’VIII edizione, esperti da tutto il mondo per incoraggiare la riduzione del danno da fumo
La riduzione del danno da tabacco è necessaria per la salute pubblica salute pubblica, i prodotti alternativi, senza combustione sono considerati degli strumenti per la riduzione del danno, anche se opinioni divergeti e una cattiva informazione stanno minando tutti gli sforzi per sostituire la tradizionale sigaretta. Questo è emerso dall’VIII edizione del Global Forum on Nicotine, il forum annuale sulla nicotina che si è svolto a Liverpool.
Da circa 20 anni circa i fumatori giornalieri sono circa 1,1 miliardi, nonostante gli sfrozi delle istituzioni snanitarie per ridurre il numero di sigarette tradizionali. La convinzione è che il danno viene recato dalla nicotina, mentre ciò che davvero danneggia è la combustione che rilascia migliaia di sostanze nocive.
Da molto tempo scienziati, medici, istituzioni si battono per un approccio di riduzione del danno da fumo contrastandolo con prodotti alternativi senza combustione come la sigaretta elettronica o prodotti a base di tabacco riscaldato, ma secondo gli esperti questo è un approccio che vine contrastato su tutti i piani.
Come riporta Adnkronos Salute Il punto nodale per gli esperti è che le alternative per la riduzione del danno "funzionano", e ci sono tanti studi che lo dimostrano, ma "le istituzioni, la politica e una certa parte di scienziati puntano a screditare l'approccio di riduzione del danno da fumo con attacchi che screditano coloro che hanno un'opinione diversa dalla loro", ha sottolineato Konstantinos Farsalinos, Università di Patras e School of Public Health dell'University West Attica in Grecia - Nella scienza del tabacco e della nicotina, la politica ha preso il sopravvento e la scienza è in secondo piano". "Il dibattito sulle strategie di riduzione del danno è dominato dai tentativi di screditarci con prove su immaginari conflitti di interesse e con studi senza nessuna solida base - ha rimarcato Farsalinos - e usando la forza di alcuni gruppo di potere come Bloomberg Philanthropies che ha investito milioni di dollari in quest'opera di discredito, senza però confutare i risultati dei nostri studi sulle potenzialità della riduzione del danno da fumo. Diverse organizzazioni fondate da Bloomberg non hanno mai presentato evidenze scientifiche ma provano a insinuare dubbi su immaginari conflitti di interesse".
Secondo Clive Bates, direttore Counterfactual Consulting, "tutti sono in conflitto in qualche modo. Tutti coloro che lavorano in questo campo hanno in passato avuto proprie convinzioni". Brad Rodu, docente di Medicina ed esperto di politiche di riduzione del danno da tabacco dell'University di Louisville (Kentucky), ha portato all'attenzione della sessione l'analisi della disparità di risorse economiche investite in Usa da enti pubblici sul tema del 'fumo' e quelle investite sulla sicurezza delle sigarette elettroniche e degli Ends, Electronic Nicotine Delivery Systems. "A fronte di questa disparità nel 2020 c'è stata una esplosione di ricerche su quest'ultimo tema", ha osservato. "La missione e la forza di finanziamento del National Institutes of Health che ha puntato su una società libera dal tabacco - ha rimarcato Radu - sta influenzando chi fa ricerca nell'evidenziare nel modo peggiore nei propri studi le interpretazioni su tutti i prodotti del tabacco". "È preoccupante che chi guida a livello internazionale le politiche di controllo del tabacco si ostini a perseguire un approccio proibizionista e irresponsabile verso il tabacco e la nicotina, mentre l'Oms attivamente perpetua la disinformazione sui nuovi prodotti a base di nicotina - ha affermato Stimson
(ITALPRESS) Secondo Christopher Snowdon (Institute of Economic Affairs, Regno Unito) autore dello studio 'The Impact of Cop9 on vapers', "a dispetto delle numerose ricerche che dimostrano che il vaping sia il 95% meno dannoso del fumo convenzionale e che lo svapo non è una porta di accesso per il consumo di SIGARETTE, l'OMS ha progressivamente irrigidito la propria posizione, spingendo per il divieto assoluto o per una regolamentazione estremamente stringente nei confronti di questi prodotti", posizione che secondo Snowdon rappresenta "una minaccia per la salute pubblica".
Gerry Stimson, professore emerito dall'Imperial College di Londra e direttore del forum, ha ricordato come "si stima che 98 milioni di fumatori adulti in tutto il mondo siano gia' passati a prodotti a base di nicotina ma con meno sostanze dannose" e che nonostante l'oppsizione dell'OMS alle politiche di riduzione del danno, "le Autorità Sanitarie del Regno Unito incoraggiano il passaggio dei fumatori che non smettono alle sigarette elettroniche, che oggi sono l'aiuto più diffuso per abbandonare le sigarette. In Giappone le vendite di sigarette sono diminuite di un terzo grazie all'introduzione dei prodotti a tabacco riscaldato. Ora la sfida è rendere accessbili questi prodotti anche a chi vive in Paesi a basso reddito".
Jagannath Sarangapani, membro di Association of Vapers India (AVI), "il problema del fumo in India è gigantesco e causa ogni anno 1 milione di decessi. Ma il mercato delle sigarette è fiorente e protetto: la legislazione sulle sigarette non subisce interventi da tempo, la tassazione non viene toccata da tre anni. Eppure, l'OMS ha premiato il Ministero della Salute indiano per aver vietato le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, i cui consumatori rappresentano appena lo 0.02% del mercato. La verità è che in India non è stato fatto nulla di efficace per risolvere il problema del fumo e focalizzarsi soltanto su quello 0.02% di mercato rappresentato dai prodotti innovativi, che sono strumenti di riduzione del danno, non ha alcun senso".
Da Askanews: Quello che non deve succedere è che si mettano al bando i prodotti a rischio ridotto, usando come pretesto il fatto che possono indurre non fumatori all'uso del tabacco, senza però che questi timori siano sostanziati. "Per incentivare le aziende del settore a fare di più bisogna smettere di proibire i prodotti alternativi come ha fatto l'India, che è stata perfino elogiata dall'Oms, e incentivarne l'uso per i fumatori che non smettono", ha detto Sweanor.
Come riporta l’agenzia Nova - Nonostante l'impegno preso a ridurre i danni alla salute causati dal consumo di tabacco, l'Organizzazione mondiale della sanità e la Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc - un trattato internazionale per la tutela della salute che ha al suo interno un segretariato per la discussione di temi legati alla regolamentazione del tabacco) hanno sempre espresso pareri contrari all'utilizzo delle sigarette elettroniche, spingendo dall'inizio per una regolamentazione più stringente. È quanto si legge nel paper "The Impact of Cop9 on vapers", scritto dal giornalista britannico Christopher Snowdon, dell'Institute of Economic Affairs (Iea) . "Nonostante ci siano numerose ricerche che dimostrino come il vaping sia il 95 per cento più sicuro del fumo tradizionale, e che le sigarette elettroniche non incoraggino il consumo di tabacco, l'opposizione dell'Organizzazione mondiale della sanità si è consolidata ancora di più con il passare del tempo, spingendo per il divieto assoluto o una regolamentazione estremamente stringente nei confronti di questi prodotti", ha scritto, aggiungendo che in questo modo l'Oms va ad influenzare le politiche dei singoli Paesi, diffondendo "giudizi negativi sul vaping che non corrispondono all'evidenza scientifica". Affermazioni, ha continuato Snowdon, che vengono poi "riprese anche da autorità come la Commissione europea, che nel preparare la nuova direttiva sui prodotti del tabacco (che funge da modello per la regolamentazione di molti Paesi stranieri) ha citato proprio le dichiarazioni dell'Oms". "L'opposizione incessante del segretariato Fctc al vaping e ad altri prodotti meno dannosi a base di nicotina sta diventando una minaccia alla salute globale: in mancanza di segnali positivi da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità, la prossima conferenza delle parti del segretariato Fctc in programma per il prossimo novembre pone dei rischi importanti non solo per il vaping, ma anche per la salute pubblica", ha ribadito il giornalista.
I governi che riconoscono l'importanza del contributo del vaping al contrasto ai danni provocati dal consumo di tabacco, ha continuato, dovrebbero cogliere l'occasione della conferenza per ribadire nuovamente il loro punto di vista e "cessare i loro finanziamenti al segretariato Fctc, se l'Oms continuerà a diffondere disinformazione in merito alle sigarette elettroniche".
La scienza sta andando avanti, ma sul tema del "vaping" e dei danni del fumo sta facendo dei passi indietro a causa di influenze negative provenienti non solo dalla politica, ma anche da correnti interne: in particolare, sulle sigarette elettroniche abbiamo fatto passi indietro in termini di ricerca, consapevolezza delle persone - minore anche ora che abbiamo una conoscenza molto piu' approfondita sul tema - e soprattutto in materia di regolamentazione
"Un esempio può essere l'India, che l'Organizzazione mondiale della sanità ha ricompensato dopo che hanno annunciato il divieto delle sigarette elettroniche, o anche alcuni Paesi europei che stanno portando avanti campagne contro il vaping lamentando una eccessiva diffusione tra i giovanissimi", ha detto, sottolineando la necessità di fare campagne di informazione in grado di correggere questa "crescente ignoranza sui fronti sociale e politico, che sta portando a politiche sempre più restrittive".