Economia

Open Fiber, nuovi finanziamenti per 2,3 miliardi. Così il governo spinge per la rete unica

 I soci, Cdp al 60% e Macquarie al 40%, sono pronti a mettere mano al portafoglio per circa 990 milioni mentre 1,3 miliardi saranno a carico delle banche

di Maddalena Camera

Open Fiber ottiene 2,3 miliardi di finanziamenti: il governo accelera sulla rete unica

Ci dovrebbe essere anche il sostegno di Macquarie nella operazione di ricapitalizzazione di Open Fiber che porterà nelle casse della società della fibra altri 2,1 miliardi di euro. I soci, Cdp al 60% e Macquarie al 40%, sono dunque pronti a mettere mano al portafoglio per circa 990 milioni mentre 1,3 miliardi saranno a carico delle banche.  La notizia è però ancora ufficiosa in quanto dopo il cda di ieri, Cdp non ha diffuso un comunicato ufficiale. Open Fiber comunque è fiduciosa del buon esito del, purtroppo necessario, nuovo finanziamento. 

Certo è che l'idea del governo Renzi di arrivare alla rete unica rimane complessa. Nel 2016 venne creata Open Fiber proprio con questo spirito. Telecom, è vero,  oberata già allora da un pesante debito era riluttante ad effettuare investimenti nella fibra ottica. Open Fiber li ha fatti ma a distanza di quasi 10 anni il risultato, a livello economico,  è ancora complesso. Infatti Telecom ha dovuto vendere la sua rete di accesso per cercare di ripianare il debito monstre da 26 miliardi di euro  mentre  Open Fiber, che Enel ha venduto a Cdp e Macquarie,  dopo 7 miliardi di investimenti, ha ancora bisogno di liquidità. 

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Infatti oltre ai nuovi finanziamenti per circa 2,3 miliardi la società guidata da Giuseppe Gola riceverà anche la  copertura degli extra costi emersi per la posa della fibra nelle aree bianche che Of ha dichiarato coperte al 92%. Ebbene  in questa partita ci sono 50 milioni già arrivati dal Decreto legge Fiscale per le aree bianche di Lazio, Sicilia e Calabria  mentre altri 610 milioni sono previsti nella Manovra in tre tranche tra il 2027 e il 2029.

Tra le richieste delle banche e del socio Macquarie per mettere mano al portafoglio anche  il riallineamento della numerazione nelle aree grigie.  E dunque i  150mila  i numeri civici, inizialmente previsti da Infratel nel bando di gara,  verranno tolti o sostituiti (con  numeri civici di prossimità) dal piano aree grigie, operazione questa che  dovrà passare anche dalla Ue. In tutto il piano aree grigie (Italia a 1 giga finanziato con i soldi del Pnrr) prevede 15 lotti: 8 per Open Fiber e 7 per FiberCop, ossia la società della rete che Telecom Italia ha dovuto vendere a Kkr e al governo italiano che ora ha in mano circa il 20%. Il provvedimento dovrebbe favorire il completamento del piano nei tempi previsti (giugno 2026) per riuscire ad avere i fondi del Pnrr.  Probabilmente la fusione tra FiberCop e Open Fiber sarebbe, per il governo, la soluzione, forse l'unica, per risolvere definitivamente i problemi della società della rete in fibra ottica.  L'altra potrebbe essere l'accelerazione dello switch off, ossia dello "spegnimento" delle reti in rame (che FiberCop utilizza ancora) per favorire la fibra e dunque anche il bilancio di Open Fiber.