Economia

Patto stabilità, piani di rientro in 4 anni e tetto al deficit al 3%: proposta

La Commissione europea ha presentato i suoi orientamenti per la riforma del Patto di stabilità e di crescita. Obiettivo: rafforzare la sostenibilità dei debiti

Sono previste anche "sanzioni reputazionali più forti". Mentre l`erogazione dei fondi strutturali e dei fondi sui piani di ripresa e resilienza verrà condizionata, e nel caso sospesa, se i paesi membri non assumeranno le iniziative necessarie per correggere i deficit eccessivi. Sui conti pubblici una parte delle nostre regole ha funzionato bene, ad esempio la regola del 3% di limite al deficit-Pil che segnala ai governi che i soldi non sono gratis. Altre non hanno avuto successo, magari perché sono diventate non realistiche, ad esempio sulla riduzione del 20esimo del debito nella parte eccedente al 605 del Pil.                           

"Sui conti pubblici una parte delle nostre regole ha funzionato bene, ad esempio la regola del 3% di limite al deficit-Pil che segnala ai governi che i soldi non sono gratis. Altre non hanno avuto successo, magari perché sono diventate non realistiche, ad esempio sulla riduzione del 20esimo del debito nella parte eccedente al 605 del Pil. E quando hai un percorso non realistico alla fine non hai un percorso", ha affermato il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa sugli orientamenti di riforma del patto di stabilità e di crescita presentati oggi. "Per questo viene proposto un nuovo meccanismo più realistico sulla riduzione dei debiti", ha aggiunto.

Patto di stabilità, Gentiloni: "L'Ue commissaria gli Stati? I piani di debito sono scritti da loro" 

Infine, il commissario Ue all'Economia Gentiloni, sul rischio di commissariamento dei Paesi da parte dell'Ue per la riduzione del debito, ha così risposto: "L'ottica della nostra proposta è l'opposto, cioè di passare da un sistema in cui, sulla base di un numero, di una cifra, di un algoritmo, si forniscono standard da Bruxelles a tutti i Paesi, a una regola in cui sono i Paesi a fare loro una proposta per la riduzione del debito". "Certamente la devono fare nell'ambito di un principio di riduzione credibile e la devono poi fare approvare dal Consiglio oltre che negoziarla con la Commissione", ha spiegato. "Ma cambia l'ottica: cioè il protagonista diventa il singolo Paese e, onestamente, è uno dei temi che dovremo discutere perché non tutti sono d'accordo su questo cambio d'ottica. Ma va in direzione di una maggiore autonomia dei Paesi non di una maggiore intrusività delle Istituzioni comunitarie", ha chiarito Gentiloni.