Economia
Patto stabilità, piani di rientro in 4 anni e tetto al deficit al 3%: proposta
La Commissione europea ha presentato i suoi orientamenti per la riforma del Patto di stabilità e di crescita. Obiettivo: rafforzare la sostenibilità dei debiti
La nuova procedura proposta prevede che un percorso di riferimento per l`aggiustamento dei conti venga presentato dalla Commissione europea su un periodo di quattro anni per i singoli Paesi, sulla base delle sue analisi sulla sostenibilità. Punterà ad assicurare che gli indebitamenti vengano messi su una traiettoria discendente e che "i deficit restino credibilmente al di sotto della soglia del 3% del Pil fissata nel Trattato" di Maastricht.
A quel punto i paesi membri sottoporranno all`esecutivo comunitario dei piani di medio termine sui conti pubblici in cui potranno anche "proporre un periodo di aggiustamento più lungo, fino a 3 anni in più, se il percorso sarà sostenuto da un insieme di riforme e investimenti che supportino la sostenibilità dei debiti, e rispondano agli obiettivi e alle priorità comuni europee". La Commissione, a quel punto, valuterà i piani e fornirà un parere positivo se riscontrerà che il debito viene indirizzato su una traiettoria discendente "o se permane a livelli prudenti" e se il deficit di bilancio resterà "credibilmente al di sotto del 3% del Pil sul medio termine". Successivamente il Consiglio Ue ratificherebbe i piani.
Infine, la Commissione "monitorerà continuamente l`attuazione dei piani" mentre i paesi membri saranno tenuti a riportare i progressi ottenuti ogni anno sulla loro attuazione, per facilitare il monitoraggio e la trasparenza. Rispetto alla problematica regola del debito, esce l'obbligo di ridurre ogni anno il debito per un ventesimo l'anno sulla parte eccedente il 60% del Pil, ritenuto non praticabile. Resta invece la procedura per deficit eccessivo, che continuerà ad essere applicata in caso di disavanzi sopra il 3% e verrà rafforzata in caso di deviazione del percorso concordato sulla riduzione del debito, per i Paesi con livelli sopra il 60% del Pil. Infine la Commissione propone un generale rafforzamento dei meccanismi di controllo e sanzionatori, innanzitutto abbassando l`ammontare delle sanzioni, che secondo i propositi di Bruxelles le renderà "più efficaci".