Piazza Affari chiude in netto rialzo a +1,42%. Lo spread ripiega fino a 290
Sul listino principale di Milano ben intonati i bancari con Unicredit a +1,27%, Intesa Sanpaolo +2,67%, Banco Bpm +2,51%
Piazza Affari ha chiuso in netto rialzo la giornata in cui si e' saputo l'esito delle elezioni di Miterm negli Usa ed e' stata diffusa una raffica di trimestrali. Il Ftse Mib si e' assetato a quota 19.540 punti (+1,42%); All Share +1,36%. Sul listino principale ben intonati i bancari con Unicredit a +1,27%, Intesa Sanpaolo +2,67%, Banco Bpm +2,51%, Mediobanca +0,44%. Tra gli altri finanziari, Generali +0,67%. In gran spolvero gli energetici: Enel +1,74%, Eni +1,93%, mentre Snam ha piazzato un +2,50% nel giorno dei dati relativi al terzo trimestre e, soprattutto, della presentazione del nuovo piano al 2022. Nel lusso, Luxottica +0,98%. Mediaset in controtendenza rispetto all'andamento generale con una flessione dello 0,42%. Telecom Italia, alla vigilia dei conti, ha guadagnato lo 0,72%. Tra gli industriali, infine, Fca +2,32%, Ferrari +0,25%, Prysmian +1,51%.
In chiusura, lo spread tra Btp e Bund tedeschi si restringe a 290,3 punti, dopo aver chiuso a quota 300 punti venerdi' scorso. In discesa il rendimento del decennale al 3,351%, contro il 3,420% della chiusura di venerdi' scorso.
Gli investitori s'interrogano sul nuovo scenario politico dopo il voto di Midterm negli Stati Uniti, che vedra' l'amministrazione Trump e la sua agenda dover fare i conti con un Congresso Usa diviso ma non sembrano preoccupati, anzi appaiono rassicurati dal fatto che il risultato del voto e' quello atteso. L'idea e' che le politiche pro-crescita del presidente americano, Donald Trump, continueranno ma le sue mosse piu' destabilizzanti dal punto di vista dei mercati (in primis la guerra commerciale con la Cina) verranno tenute sotto controllo.
Inoltre, la storia dimostra che dagli anni '50 del secolo scorso, l'azionario ha sempre guadagnato nell'anno successivo alle Midterm. Per ora i segnali economici che emergono da queste elezioni di novembre sono l'indebolimento del biglietto verde e l'arretramento del Vix, l'"indice della paura", il barometro della volatilita' dei mercati, sceso ai minimi da 3 settimane.
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