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Economia
Pil Italia in calo nel secondo trimestre 2023: -0,3% secondo i dati Eurostat

Eurostat, incerta ma resistente l'economia dell'Eurozona

"Sempre incerta l’economia nell’Eurozona, ma resiste e sembra aver evitato la recessione", lo conferma Eurostat ( Ufficio statistico della Commissione europea) segnalando che il PIL è aumentato dello 0,3% tra aprile e giugno, dopo un primo trimestre a 0%. E pure i dati sull’occupazione sono anch’essi in linea con un modesto ma positivo 0,2%. Le valutazioni di Eurostat sono state, per questo primo semestre, abbastanza "altalenanti"  in quanto condizionate soprattutto dall’andamento critico della locomotiva europea, la Germania.. Nel primo trimestre c’è stata effettivamente una recessione tecnica ma, adesso, sembra che un po’ di risalita s cominci ad intravedere. Molti i fattori di questa incertezza: guerra in Ucraina, crisi tedesca, crisi energetica di petrolio e gas.

Pil Italia in calo nel secondo trimestre 2023: -0,3% secondo i dati Eurostat

Fortunatamente però questa, recessione “morbida” del primo trimestre non è continuata e l’Eurozona ha ripreso a camminare con un incremento dello 0,3% tra aprile e giugno. E pure la Germania non è più in territorio negativo, anche se il suo 0%, fa davvero un po’ effetto. Ma adesso sono altre le economie che cominciano a mostrare segni di debolezza. Tra queste, in primis, l’Italia che ha chiuso il secondo trimestre in rosso (-0,3%) e poi l'Olanda con due trimestri dal segno meno. Al contrario Spagna cresce dello 0,4% e  Francia dello 0,5%. Al primo posto come crescita l’Irlanda con un 3,3%, anche se la  dipendenza economica da tante multinazionali, non né dà un quadro completamente realistico. Sul podio Lituania, Slovenia e Finlandia.

Eurostat, il mercato del lavoro resiste e cresce dello 0,2%

In questo quadro economico, non certo luminoso, il mercato del lavoro europeo resiste a fatica e gli occupati crescono dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Il tasso di disoccupazione dell'area euro si è attestato a giugno al 6,4% e, come nei due mesi precedenti, ha mantenuto il livello più basso dell'intera serie storica. Il paese con la disoccupazione più alta è stato la Spagna seguito subito dopo dalla Grecia. Al contrario Germania e Paesi Bassi, a giugno, hanno fatto rilevare i tassi di disoccupazione più bassi, rispettivamente del 3% e del 3,5%. Questo semestre sta a dimostrare che, forse, sia arrivato il momento  per la Banca Centrale Europea di fermare la corsa ai rialzi dei tassi di interesse, iniziata da circa un anno. E il raffreddamento dei prezzi unito ad un’inflazione scesa a giugno al 5,5%, potrebbero essere due buone indicazioni per fermare il costo del denaro e far respirare imprese e persone. Ci penserà seriamente la dura Christine Lagarde?

 

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