Economia

PopBari, M5S attacca ancora BankItalia: "Da Blandini giudizi non indipendenti"

Il M5S torna a sparare contro la scelta di Banca d'Italia di designare l'ex commissario Tercas Antonio Blandini a gestire ora, assieme a Enrico Ajello, il post-Jacobini in Banca Popolare di Bari. In un post sul Blog delle Stelle, i grillini confermano il loro accordo per la scelta di Via Nazionale di commissariare la popolare pugliese "un atto doveroso", ma spiegano che "uno di quei due nomi" chiamati "a gestire Banca Popolare di Bari in questa fase particolarmente delicata è molto discutibile". 

"Antonio Blandini - scrive infatti il Blog delle Stelle - lo stesso che nel 2012 era stato indicato da Banca d’Italia come membro del comitato di sorveglianza nel commissariamento di Tercas. Perché scegliere proprio Blandini? Come potrà garantire quella indipendenza di giudizio sull’operazione Tercas che oggi è strettamente necessaria? Già, perché Tercas non è una banca qualsiasi, se è vero che nel 2014 Banca Popolare di Bari la acquistò per salvarla dalle pessime acque in cui navigava e fu proprio da quella operazione sconsiderata che l’istituto pugliese si condannò al declino definitivo".

"Banca Popolare di Bari - aggiungono il mezzo di comunicazione ufficiale del M5S - ha subito diverse ispezioni dal 2010 ad oggi e le difficoltà erano note, così come era nota a Banca d’Italia la cattiva gestione da parte dei vertici dell’istituto. E allora perché la stessa Banca d’Italia diede il via libera, nel giugno 2014, all’operazione Tercas?"

"Le date - spiegano poi i grillini - sono importanti: il 23 ottobre 2013 Popolare di Bari, quando ancora doveva ricevere l’esito di un’altra ispezione di Banca d’Italia, rese pubblica attraverso una lettera l’intenzione di contribuire al salvataggio di Tercas. L’ispezione, poi, si sarebbe conclusa con un esito “parzialmente sfavorevole”, testimonianza del fatto che i problemi di Bari non erano ancora risolti, eppure Banca d’Italia non solo consentì l’operazione Tercas, ma la favorì sbloccando il divieto per la Popolare di Bari di espandersi, un divieto in essere dal 2010".

"L’operazione Tercas - aggiungono - fu la mazzata definitiva sulla salute già precaria della principale banca del Sud Italia, che si caricò sul gruppone centinaia di milioni di crediti deteriorati e in sofferenza dopo aver sborsato oltre 600 milioni di euro tra nuovo capitale e un prestito all’istituto di Teramo. Questa storia non può essere risolta nominando commissario della Popolare di Bari proprio colui che rivestì un ruolo decisivo nella gestione del dossier Tercas. Si tratta di una nomina che va contro il più minimo decoro e buon senso politico".

"Possibile che Banca d’Italia - concludono i pentastellati - non possa trovare un nome più adeguato, liberando se stessa e la decisiva funzione di vigilanza bancaria dal sospetto legittimo che ci sia di mezzo qualcosa di opaco?".