Economia
Primo Maggio, altro che festa del lavoro: i salari sono sempre più bassi
I dati di Openpolis: nel Lussemburgo, salario medio annuo è tre volte quello greco
Festa del Lavoro, ma in Italia i salari sono calati del 3,4%
La pandemia ha colpito pesantemente i lavoratori e i loro salari: in 12 paesi europei su 21, le retribuzioni sono diminuite tra il 2019 e il 2022. In Italia sono calati del 3,4%. Molti degli effetti negativi fortunatamente sono stati contenuti grazie a interventi statali volti ad aiutare le famiglie tramite indennità, ma anche a bloccare i licenziamenti. Nonostante ciò, l’impatto è stato visibile. E anche ora che l'emergenza sanitaria è finita e le attività sono riprese, non sempre e non dappertutto i salari lordi sono tornati alla situazione pre-Covid. Come riporta Il Redattore Sociale, l’Italia è uno dei 12 paesi in cui nel 2022 (l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati) i salari medi annui risultavano più bassi rispetto al 2019. Lo segnala un'analisi di Openpolis su dati Ocse, pubblicata alla vigilia del 1° maggio. Il calo più marcato si è verificato tra il 2021 e il 2022 e ha riguardato tutti gli stati Ue membri dell’Ocse tranne la Francia (+0,4%) e l’Ungheria, dove la situazione è rimasta invariata. Il calo maggiore si è verificato in Repubblica Ceca (-7,2%), seguita dalla Grecia (-5,9%).
Mentre l’aumento maggiore si è registrato in Lettonia (+6,8%) e Lussemburgo (5,3%). L’Italia è il quarto stato membro insieme ai Paesi Bassi con il calo più pronunciato: nel nostro paese i salari medi lordi nel 2019 erano pari a 46.460 dollari a parità di potere d’acquisto, mentre nel 2022 il valore è sceso sotto i 45mila. A differenza della maggior parte degli altri paesi analizzati, in Italia il calo più marcato si è verificato tra 2019 e 2020, quando la variazione è stata pari al -4,8%.
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Preoccupano anche le forti disparità salariali tra stati membri: sulla base dei dati dell’Ocse, le disparità di reddito medio lordo tra i paesi europei risultano più evidenti nel 2022 rispetto al 2019. Lo stato in cui si registravano i valori più elevati (il Lussemburgo) ha registrato un incremento del proprio salario medio annuo pari al 5,3%. Mentre la Grecia, il paese membro con il dato più basso, ha riportato un calo del 5,9%. La distanza tra questi due stati si è ampliata e oggi in media i lussemburghesi guadagnano 3 volte rispetto i greci. Una differenza di oltre 52mila dollari che nel 2019 era di meno di 47mila. Il Lussemburgo è quindi il paese Ue con i salari medi annui più elevati: quasi 80mila dollari nel 2022. Seguono Belgio, Danimarca, Austria e Paesi Bassi con valori superiori ai 60mila dollari.
Ultimi invece i paesi dell’Europa centro-orientale e meridionale, in particolare Grecia, Slovacchia e Ungheria con cifre inferiori ai 30mila dollari l’anno. L’Italia, con un valore pari a circa 45mila, è undicesima in Europa. Va però precisato che le differenze salariali possono dipendere da numerosi fattori, tra cui la prevalenza di lavoratori in specifici settori. Per esempio l’incidenza del lavoro nel settore tecnologico rispetto a quello manuale.