Economia

Rapporto Bes, dati sull'occupazione femminile drammatici. I più bassi in Ue

La media dei Paesi Ue sulle donne che lavorano è del 69,4%, in Italia siamo il fanalino di coda: solo il 55% ha un impiego. Il report con tutti i dati

Rapporto Bes, su 86 indicatori solo 29 migliorano per gli italiani

Il rapporto Bes sulle condizioni del nostro Paese indica una situazione davvero preoccupante, su 86 indicatori i dati rispetto al pre-Covid sono molto peggiorati in diversi settori. A uscirne veramente male - si legge sul Sole 24 - sono soprattutto le donne. L'analisi per genere indica un divario che le vede penalizzate rispetto agli uomini, solo 26 indicatori fanno registrare una parità di genere. Per il lavoro, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55% in Italia, rispetto al 69,4% della media Ue). L’eccesso di mortalità connesso alla diffusione della pandemia da Covid-19 ha comportato nel 2020 una riduzione della speranza di vita alla nascita di oltre un anno di vita (82,1 anni rispetto agli 83,2 del 2019), solo parzialmente recuperata nel 2021 (82,5 anni) e nel 2022 (82,6).

Nel 2022, il gap di genere ritorna al livello pre-pandemico (4,3 anni), dopo aver subito un ampliamento nei due anni precedenti. L’analisi territoriale - si legge nel Rapporto e lo riporta il Sole - mette in evidenza come nel 2022 nessuna regione sia tornata ai livelli di vita media attesa del 2019; soltanto alcune hanno in buona parte recuperato gli anni di vita persi durante il biennio di pandemia. Complessivamente, le variazioni nella speranza di vita registrate tra il 2020 e il 2022 modificano molto poco la geografia della vita media attesa, consolidando le ben note disuguaglianze territoriali che vedono la Campania con la più bassa speranza di vita alla nascita (80,9 anni), quasi tre anni in meno rispetto a Trento (84,0 anni). E ancora: nel 2022, la speranza di vita in buona salute si stima pari a 60,1 anni. L'andamento di questo indicatore - spiega l'Istat - ha segnato un punto di rottura dopo la pandemia per gli opposti andamenti delle due componenti dell'indicatore (speranza di vita e prevalenza della buona salute percepita).