Economia

Stellantis, regalo di Elkann al neo presidente Trump: 1100 licenziamenti negli Usa e richiesta di sussidi

di Maddalena Camera

Stellantis ha deciso di eliminare un turno nel Toledo Complex in Ohio, con un taglio di 1.110 posti di lavoro a tempo indeterminato: primo regalo a Trump

Stellantis, in arrivo 1100 licenziamenti negli Usa e richiesta di sussidi

Primo regalo da parte di John Elkann al presidente neoeletto Donald Trump che tocca lo zoccolo duro degli elettori repubblicani che hanno portato il tycoon al secondo mandato. Stellantis ha infatti deciso di eliminare un turno nel Toledo Complex in Ohio, con un taglio di 1.110 posti di lavoro a tempo indeterminato, replicando uno schema già seguito con altrettanti licenziamenti un mese fa in Michigan. Il comparto auto è in crisi tanto che il titolo Stellantis alla Borsa di Milano ha perso circa il 38% in sei mesi e anche in Italia la società ha effettuato drastici tagli di produzione per ridurre le scorte. 

Negli Usa i dipendenti che erano circa 250 mila nel 2023 in calo del 5% rispetto al 2022, sono dunque destinati a scendere ancora. Le misure, che saranno effettive dal prossimo 5 gennaio, riguardano lo stabilimento sud del Toledo Complex, in cui viene prodotta la Jeep Gladiator, e lo stabilimento nord, in cui vengono assemblate le versioni a benzina e ibride della Jeep Wrangler. Il gruppo guidato da Carlos Tavares sta cercando di risolvere nella maniera più semplice il problema dell'eccesso di scorte nel mercato nordamericano (e in quello italiano), fatto questo che ha molto  impattato sul calo dei ricavi nell'ultimo trimestre. Nel caso di Jeep, nel 2023 le vendite negli Usa sono crollate del 6% a 643 mila unità rispetto all'anno precedente e, rispetto al massimo storico di 643 mila unità del 2018, il calo è stato pari al 34%. 

"Stellantis affronta un anno di transizione e quindi l'attenzione è rivolta al riallineamento delle operazioni negli Stati Uniti per garantire un inizio 2025 forte, il che include l'adozione di misure difficili ma necessarie per ridurre gli elevati livelli di inventario gestendo la produzione per soddisfare le vendite"- ha cercato di spiegare Stellantis in un comunicato diffuso negli Usa- la società adotterà il modello operativo presso lo stabilimento di assemblaggio di Toledo South, passando da due turni a uno a un turno, migliorando al contempo l'efficienza complessiva in tutto il complesso".  I dipendenti avranno comunque delle garanzie. 

"In conformità con quanto previsto dal contratto siglato nel 2023 con il sindacato Uaw, i dipendenti interessati dai tagli avranno diritto a un anno di sussidi di disoccupazione integrativi, in combinazione con qualsiasi sussidio di disoccupazione statale idoneo, pari al 74% della loro retribuzione, seguito da un anno di assistenza alla transizione. Per due anni avranno diritto all'assistenza sanitaria".

L'azienda ha fatto sapere di aver inviato le notifiche con le misure ai governi statali e locali nonché al sindacato con cui ha trattato le condizioni di uscita dei lavoratori. Insomma Stellantis non si smentisce e anche negli Usa chiede sussidi per mandare a casa i dipendenti. Per la cronaca il Toledo Complex  in Ohio è la storica sede di Jeep che qui produce fin dal 1945- Il  costruttore Usa venne acquisito nel 1987 da Chrysler, gruppo che poi  entrò nell'orbita di Fiat (ora Stellantis dopo la fusione con  Peugeot (Psa) nel 2021) nel 2014  grazie all'ottima operazione realizzata dall'allora ad Sergio  Marchionne. A Toledo sono nate vetture come la Grand Cherokee e Wrangler che è per ancora in produzione insieme alla Gladiator.  

 

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