Economia
Saga Coffee, Bonaccini vola a Bruxelles: pronta la lotta per non delocalizzare
L'ex Saeco di Gaggio Montano chiude e spedisce gli operai tra Bergamo, Romania e Spagna. Il presidente dell'Emilia-Romagna non ci sta e porta il caso in Europa
I più recenti casi di delocalizzazione
Repetita iuvant, dicevano i latini, ma non in questo caso. Dopo il caso Whirlpool di Napoli, la fiorentina Gkn (automotive), e la brianzola Giannetti Ruote, la storia si ripete: questa volta a finire nel mirino di chiusure improvvise e ricollocamenti da organizzare è la Saga Coffee di Gaggio Montano che vola in Europa in cerca di risposte alle delocalizzazioni selvagge.
L'ex Saeco dell'appennino emiliano, di proprietà della multinazionale bergamasca Evoca Group dal 2019, sotto la guida del ceo Andrea Zocchi, lo scorso 5 novembre ha annunciato la chiusura definitiva del sito romagnolo. Ora, con 222 operai da sistemare, per l'80% donne, scatta l'iter del ricollocamento: l'azienda attiva nella produzione di macchine da caffè per bar e ristorazione guarda alla sede di Bergamo e all'estero, con Romania e Spagna in pole.
Ora, sul piede di guerra, oltre alle sigle sindacali, tra le quali Fiom, Fim e Rsu, che hanno definito l'annuncio di chiusura un "atto di sciacallaggio nei confronti dei lavoratori, nonché una vera e propria violenza verso il territorio: mentre qui pensano a licenziare, in Val Brembo (Bergamo), dove ha sede legale l’azienda, ricercano addirittura personale: appare evidente come le motivazioni addotte siano prive di ogni fondamento, ma soprattutto, lo ripetiamo, non vere: dietro la chiusura c'è la volontà di delocalizzare in Romania la produzione di Gaggio Montano, al solo fine di trarne un maggior profitto", fa rumore anche la politica.