Economia

Saga Coffee, Bonaccini vola a Bruxelles: pronta la lotta per non delocalizzare

di Marta Barbera

L'ex Saeco di Gaggio Montano chiude e spedisce gli operai tra Bergamo, Romania e Spagna. Il presidente dell'Emilia-Romagna non ci sta e porta il caso in Europa

Saga Coffee, il caso di Gaggio Montano

Sul tavolo c'è in realtà la grande partita delle delocalizzazioni. A parole un "trasferimento del processo produttivo, o di alcune fase di esso, in aree geografiche o Paesi in cui esistono vantaggi competitivi", di fatto una doccia fredda per i lavoratori. Un faro si era aperto questa estate, quando di fronte alla pratica dei licenziamenti via mail da parte di diverse multinazionali, il governo aveva annunciato un decreto anti-delocalizzazioni da approvare in autunno.

Ora, il ddl anti-delocalizzazioni è al palo, mentre la proposta di legge depositata depositata alla Camera nel giorno dell'avvio della crisi di Saga Coffee, al momento, è stata sottoscritta solo da una trentina di deputati. Le crisi locali si moltiplicano, il pressing cresce: serve normare e incentivare l'investimento sul territorio nazionale, onde evitare fughe di cervelli massive.

Di questo ne sono ben convinti i parlamentari bolognesi: "È il momento di un intervento governativo contro le delocalizzazioni selvagge, che regoli non le attività delle aziende in sé, sottolinea Benamati al Corriere, ma i comportamenti scorretti di quelle realtà che operano in maniera non lineare sulla competitività relativamente al costo del lavoro e alle tutele sociali dei lavoratori". 

"L'approvazione di una normativa che contrasti quelle delocalizzazioni che sottraggono punti di eccellenza al nostro sistema produttivo, sottolinea De Maria, non è più rinviabile, dopo che le proprietà hanno magari utilizzato risorse pubbliche". E ribadisce la richiesta al governo di "agire con la massima determinazione e senza ritardi o titubanze". 

(Seguono i casi più recenti di delocalizzazione...)