Save, le mire dei Benetton. Arrivano anche fondi Usa e australiani. Rumors
Il presidente e a.d. di Save, Enrico Marchi è intenzionato a cercare alleati, finanziari o infrastrutturali, di caratura internazionale
La partita su Save, la società che gestisce l'aeroporto Marco Polo di Venezia, è solo all'inizio. Se il primo tempo, scrive Milano Finanza, ossia la pace tra i due ex sodali Enrico Marchi e Andrea De Vido, soci di riferimento di Finanziaria Internazionale (Finint, che controlla Save con il 59,6%), sta per essere sancita con la definizione dell'accordo per la liquidazione di De Vido, presto si aprira' la caccia ai nuovi partner che Marchi, numero uno operativo dello scalo veneziano, dovra' trovare per saldare il conto (100-120 milioni, come riferito nei giorni scorsi dal Corriere del Veneto) e poi definire la nuova strategia.
Il presidente e amministratore delegato di Save è intenzionato a cercare alleati, finanziari o infrastrutturali, di caratura internazionale (sono esclusi quindi operatori come F2i, attivo nel sistema aeroportuale italiano in qualita' di azionista di Sea Milano, Sagat Torino, Gesac Napoli e in minima parte del Marconi di Bologna). Al momento alla sua porta avrebbero bussato alcuni soggetti, tra cui un fondo australiano e uno americano. Ma in ambienti finanziari circola anche un'altra ipotesi: primo o poi alla porta di Marchi potrebbe bussare la famiglia Benetton tramite Atlantia, che già detiene il 21,29% di Save.
Gli industriali di Ponzano Veneto hanno i capitali per investire nei progetti di sviluppo di uno dei principali aeroporti italiani. In ogni caso pare che Marchi sia intenzionato a mantenere saldamente nelle sue mani il bastone del comando, ma sembra altrettanto scontato che la famiglia Benetton, tramite Atlantia guidata dall'amministratrore delegato Giovanni Castellucci, nel caso aprisse ufficialmente il dossier vorrebbe aver voce in capitolo nella gestione del business, forte anche del controllo esercitato su Aeroporti di Roma e sullo scalo di Nizza.