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Economia
Sempre più estero per Harmont&Blaine che chiude il 2018 a 93 milioni di euro

L’estero farà proseguire anche nel 2019 il trend positivo di Harmont&Blaine che chiuderà l’anno in corso con un fatturato di 93 milioni di euro dagli 86 del 2017. A contribuire alla crescita è il processo di espansione in Italia ma soprattutto all’estero previsto dal piano industriale, come spiega ad Affaritaliani l’amministratore delegato, Paolo Montefusco (nella foto).                                                                                                                                                                         Un piano all’insegna dell’estero, dunque. “Con l’ingresso dell’azienda in Clessidra, avvenuta quattro anni fa, abbiamo intrapreso un nuovo percorso di crescita su vari mercati, con le aperture nella Grande Cina a Hong Kong, Macao ed il primo punto vendita a Shangai. Il piano industriale ne prevede ventisette in cinque anni. Ne abbiamo aperti sette nel 2017, altri tre saranno inaugurati nel 2019”.                                                                                                                                                   Oltre l’Asia quali sono i principali vostri mercati? “Ha contribuito a questa crescita il processo di internazionalizzazione del brand che ha visto significative aperture sia in Europa che in Asia e America Latina. In Spagna i ventidue punti vendita all’interno di El Cortes Ingles hanno portato la presenza del brand sul territorio iberico, principale mercato europeo, cui si è aggiunto un ulteriore negozio all’esterno del gruppo; in Francia, con l'apertura del punto vendita di Marsiglia, il brand sale a quota tre negozi di proprietà; in Cina, con la recente apertura di Shanghai, Harmont&Blaine conta oggi otto negozi, mentre in Messico i tre punti vendita -due a Città del Messico e uno a Vera Cruz- hanno fatto lievitare il totale delle presenze sul territorio messicano a dieci punti vendita. E prossimamente apriremo punti vendita nella ex Unione Sovietica, Il Cairo ed Istambul”.                                                                                                                                                               Suo fratello Domenico ha sempre parlato di una possibile quotazione in Borsa. E’ ancora un’idea? “E’sempre un nostro obiettivo, ma al momento l’instabilità su scala globale non ci consente di proseguire sulla strada di Piazza Affari. Nel frattempo abbiamo intrapreso e concluso il percorso Elite di Borsa Italiana”.                                                                  E il mercato interno? “Continuerà l’efficientamento delle quote di mercato ma non in misura esponenziale come per l’estero. Al prossimo Pitti di gennaio presenteremo la collezione Autunno-Inverno 2019-20 che trae ispirazione dalla bellezza dei colori dell'inverno dove pioggia, nuvole e arcobaleno diventano la base di una palette cromatica alla quale attingere, sia nei toni verdi freddi o beige dorati dell'acqua sia nelle sfumature leggere delle nuvole sia, infine, nelle tinte piene e sature dell'arcobaleno. Proprio dalle emozioni dell'arcobaleno presenteremo la capsule collection “The Rainbow Project” che interpreta la parte più colorata e rappresentativa di Harmont&Blaine che, dell'uso del colore, ha fatto il suo tratto distintivo. Un progetto che non si limiterà alla sola proposta abbigliamento ma sarà esteso in ottica omnichannel alle boutique del brand, al packaging, a gadget dedicati come il portachiavi con bassotto rigato full stripes-arcobaleno, fino a campagne advertising dedicate”.                                                                                                                                  Altro importante asset a supporto dello sviluppo? “E’ la spinta sull’omnicanalità, con azioni drive-to-store e investimenti in digital marketing, riflessi nelle ottime performance del canale e-commerce diretto. A tale proposito apriremo nei prossimi mesi un canale e-commerce sempre in Cina”.

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