Economia

Tridico: "Senza il governo redditi giù del 55%: avanti con il salario minimo"

Per il numero uno dell'istituto pensionistico il 23% dei lavoratori guadagna meno di 780 euro al mese

Agevolazioni contributive sopra quota 20 miliardi

"L’incidenza delle agevolazioni contributive sul totale dei contributi sociali nel 2021 è risalita in misura consistente, superando i 20 miliardi. Si tratta di un valore pari al 9,3% dei contributi sociali totali", annota ancora ricordando come "il blocco dei licenziamenti è stato progressivamente superato, senza che si registrassero per questo particolari concentrazioni o livelli inusuali" e come non si sia esaurito il ricorso alla Cassa Integrazione, "circa 3 milioni di beneficiari nel 2021 per un importo di circa 10 miliardi, cui andrebbero ad aggiungersi le giornate di malattia per covid e quarantene".

Gli andamenti positivi del mercato del lavoro trovano pieno riscontro nei bilanci dell’Istituto, dove si registra, dice ancora Tridico, una ripresa delle entrate contributive a livelli prepandemici: "nel 2021 sono risultate pari a 236.893 mln di euro, con un aumento di 11.742 mln (+5,2%) rispetto al dato accertato nel rendiconto dell’esercizio precedente (225.150 mln). Il totale delle uscite correnti è risultato pari a complessivi 384.772 mln di euro con un incremento di 7.896 mln (+2,1%) sul corrispondente dato del 2020 (376.877 mln). Significativa è la graduale trasformazione della composizione delle uscite, dal momento che un quarto della spesa per prestazioni oggi attua una funzione assicurativa e di sostegno ai redditi".

"Dalla crisi strappi vistosi alla distribuzione dei redditi"

"La crisi ha lasciato strappi vistosi nella distribuzione dei redditi lavorativi" ha continuato Tridico. "Se si considerano i valori soglia del primo e dell’ultimo decile nella distribuzione delle retribuzioni dei dipendenti a tempo pieno e pienamente occupati, per operai e impiegati (escludendo dirigenti, quadri e apprendisti), emerge che il 10% dei dipendenti a tempo pieno di tale insieme guadagna meno di 1.495 euro, il 50% meno di 2.058 euro e solo il 10% ha livelli retributivi superiori a 3.399 euro lordi". elenca sottolineando come la retribuzione media delle donne nel 2021 risulta pari a 20.415 euro, sostanzialmente invariata rispetto agli anni precedenti ma ancora inferiore del 25% rispetto alla corrispondente media maschile.

"La distribuzione dei redditi all’interno del lavoro dipendente si è ulteriormente polarizzata, con una quota crescente di lavoratori che percepiscono un reddito da lavoro inferiore alla soglia di fruizione del reddito di cittadinanza. Per la precisione il 23% dei lavoratori guadagna meno di 780 euro/mese, considerando anche i part-time. Per contro, l’1% dei lavoratori meglio retribuiti ha visto un ulteriore aumento di un punto percentuale della loro quota sulla massa retributiva complessiva", conclude.

Pnrr? La sfida è creare lavoro buono

"'Lo Stato al servizio del cittadino' rimane uno slogan privo di contenuto se non viene accompagnato da un salto di qualità nella capacità di intercettare i nuovi bisogni, di comunicare l’esistenza delle prestazioni esistenti, di semplificarne l’erogazione migliorandone i controlli ex-ante, di rendicontarne l’utilizzo in tempo reale. Questa è la sfida che l’Istituto sta affrontando e che si pone per i prossimi anni, contribuendo alla svolta strutturale a cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci ha indirizzati: a cominciare dalla creazione di “lavoro buono” e dignitoso per tutti, soprattutto per i giovani, senza il quale, come ha più volte ricordato il nostro Presidente della Repubblica, non potrà esserci “la ripresa che vogliamo”, lo sviluppo che l’Italia attende e che merita". Ad affermarlo è il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, concludendo la presentazione del XXI Rapporto annuale dell'istituto.