Il duo vaccini-petrolio ha spinto al rialzo le borse europee che, orfane di Wall Street, si sono concentrate sul greggio sopra i 60 dollari e sulla campagna vaccinale che sembra accelerare. Con i mercati di Cina, Hong Kong e Usa chiusi per festivita', e in attesa del via libera al Piano Biden sugli stimoli fiscali, gli investitori hanno cosi' scommesso sulla ripresa dell'economia, nonostante le nuove misure restrittive introdotte in diversi Paesi.
A dare una mano il freddo polare di queste ore in Nord America che ha portato le quotazioni del petrolio sui massimi da 13 mesi (con il Wti a 60,5 dollari) visto che si teme per le vie di rifornimento del greggio, soprattutto in Texas. La regina d'Europa a fine seduta e' stata Londra (+2,6%) ma si e' difesa anche Piazza Affari (+0,8%) mentre lo spread resta sulla soglia dei 91 punti, festeggiando l'insediamento del governo Draghi avvenuto sabato scorso, in attesa del voto di fiducia in parlamento. In testa al Ftse Mib i titoli petroliferi a partire dal trio Tenaris (+5,9%), Saipem (+4,9%) ed Eni (+2,8%).
Acquisti anche su banche, auto e lusso. In fondo al listino i settori piu' difensivi come A2a (-1,1%). Sul fronte valutario, l'euro e' stabile a 1,2133 contro il dollaro (1,2108 venerdi' in chiusura) e vale 127,82 yen (127,15). L'ottimismo sui vaccini ha spinto la sterlina tornata a toccare quota 1,39 dollari, per la prima volta da aprile 2019. A sostenere le quotazioni del greggio, infine, le tensioni in Medio Oriente: il Wti di marzo a 60,4 dollari (+1,6%) e il Brent di aprile a 63,4 dollari (+1,7 per cento).
Tra i migliori titoli del Ftse Mib anche il gruppo Leonardo, che ha chiuso la seduta in rialzo del 2,5%, cosi' come Buzzi. Al centro degli acquisti degli investitori restano sempre le banche, mentre si rincorrono le ipotesi sulle possibili operazioni di aggregazione tra istituti. Gli analisti scommettono che non appena il governo Draghi sara' operativo, dopo avere incassato la fiducia del Parlamento, il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi a 10 anni potrebbe scendere ancora, dando ulteriore ossigeno alle quotazioni degli istituti di credito.
In prima fila per possibili nozze c'e' UniCredit (+1,1%) dopo essere scivolata nei giorni scorsi a causa dell'annuncio di un rosso peggiore delle attese relativo al 2020 (per 2,8 miliardi). La banca, secondo le indiscrezioni, potrebbe convolare a nozze con Mps (-1,4%). Quest'ultima, pero', dovra' prima lanciare l'aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, fondamentale anche alla luce delle perdite incassate nel 2020 (di oltre 1,6 miliardi di euro). L'onda lunga del consolidamento, comunque, dovrebbe arrivare anche a Banco Bpm (+0,14%) e Bper (+1,1%). L'attenzione del mercato rimane puntata anche su Mediobanca (+1,7%) dopo che di recente Leonardo Del Vecchio ha acquistato ancora azioni spingendosi al 13,2% del capitale.
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