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Economia
Superbonus, addio alla cessione del credito. Nei guai chi ha lavori in corso

Superbonus, sul tavolo del governo i meccanismi di prenotazione. Ecco di che cosa si tratta

Il governo deve trovare una soluzione definitiva al problema legato al Superbonus. Lo spalmacarediti da quattro a dieci anni ha creato un caso politico, con Forza Italia che fa muro e il ministro dell'Economia Giorgetti che tira dritto. Ma si guarda già anche al futuro. In Parlamento - riporta Il Sole 24 Ore - ci sono già diverse proposte per il 2025. Tutto dipenderà dalle risorse disponibili, ma una direzione di marcia già si intuisce. La cessione del credito "per tutti" non tornerà. Resteranno le detrazioni, ma ribassate rispetto al superbonus e modulate in base al tipo di intervento, con sconti più alti per opere con il maggior impatto energetico o antisismiche. Mentre ci saranno verosimilmente meccanismi a prenotazione, magari riservati a contribuenti incapienti: lo Stato stanzierà i fondi, gli interessati faranno domanda e le risorse saranno distribuite e ricalibrate tra i richiedenti.

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Il prospettato allungamento a dieci anni del Superbonus - prosegue Il Sole - impone di attendere il via libera del Senato a chi ha lavori in corso o programmati. Ma per gli immobili si rischia davvero il caos fra strette sui bonus e ristrutturazioni per il 2025. Tra le ipotesi per l’anno prossimo allo studio ci sono anche dei meccanismi di prenotazione con una dote massima. La differenza, per esempio, tra il recupero in quattro anni e in dieci è cruciale. Su un investimento di 196mila euro (dato medio Enea) per riqualificare con il superbonus al 70% nel 2024 una casa bifamiliare in comproprietà tra i coniugi, la rata annuale scende da 17.150 euro a 6.860 euro, ipotizzando che i beneficiari si dividano l’agevolazione. La spalmatura in dieci anni, abbassando l’importo della rata, può persino rendere più facile portare in detrazione il superbonus a chi ha redditi medio-alti e può anticipare gli investimenti. Una via, questa della detrazione, resa obbligatoria dallo stesso decreto legge 39 praticamente per tutti coloro che non hanno avviato i lavori entro il 29 marzo.






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