Economia
Tfr, meglio tenerlo in azienda o investirlo. Cosa cambia e quali sono le convenienze. E i fondi...
Cambia tutto tra la tassazione legata all'Irpef e quella agevolata
Tfr, tutte le scelte che può fare il lavoratore. Dal 2005 ci sono nuove possibilità
Il trattamento di fine rapporto, il Tfr, detto anche liquidazione, è una parte della retribuzione spettante al lavoratore subordinato che viene differita alla cessazione del rapporto di lavoro. Ma con il decreto legislativo del 2005 le cose sono un po' cambiate, è stata infatti emanata la nuova riforma della previdenza complementare, regolando la destinazione del Tfr ai fondi pensione complementari, tramite il meccanismo del silenzio-assenso.
Ma conviene lasciarlo in azienda o metterlo in questi fondi pensione? Il lavoratore - riporta Eurofer - ha sei mesi di tempo dopo l'assunzione per decidere cosa fare. Nel fare questa scelta è necessario tenere in considerazione la tassazione che verrà applicata all’importo: questa è generalmente più vantaggiosa nel caso di destinazione a un fondo pensione complementare.
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Inoltre, nei fondi pensione il Tfr può rivalutarsi in modo maggiore rispetto allo standard di legge. Altra importante differenza riguarda il fatto che, nel caso di TFR conferito al fondo pensione, i rendimenti sono legati alle scelte di investimento dell’iscritto e del fondo.
Infine, - in base a quanto risulta a Eurofer - un'ultima differenza riguarda la fiscalità applicata. Questa, infatti, differisce notevolmente tra i due modelli, con una situazione nettamente a favore delle forme di previdenza integrativa; mentre il Tfr mantenuto in azienda, al momento del pensionamento viene tassato con un meccanismo basato sulle aliquote Irpef (variando tra il 23% e il 43%), quello conferito alla propria posizione nel fondo pensione viene tassato in modo agevolato dal 15% al 9% (in base al numero di anni di iscrizione al fondo stesso).