Economia

Tim, contenzioso da 1 miliardo: il giudice non decide e il titolo scende in Borsa

Non c'e' ancora accordo sulla  restituzione a Tim di 1 miliardo di euro da parte del governo e il giudice si riserva di decidere

di Maddalena Camera

Tim e il contenzioso da 1 miliardo 

Non c'e' ancora accordo sulla  restituzione a Tim di 1 miliardo di euro da parte del governo e il giudice si riserva di decidere. Quindi non è stata accolta la sospensiva del pagamento in attesa della Cassazione richiesto da governo  ma neppure la richiesta di Tim che era, ovviamente, quella di non accoglierla.  Il risultato è che il titolo a Piazza Affari arranca in territorio negativo a meno 1,8%.  Lo scorso aprile la Corte d’appello di Roma aveva stabilito che, fra canone concessorio indebitamente versato nel 1998 (circa 500 milioni) e interessi, lo Stato dovrà restituire  al gruppo guidato da Pietro Labriola circa 1 miliardo di euro.  

Il governo ha subito presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro il provvedimento e, in attesa della pronuncia del giudice di ultima istanza, ha chiesto la sospensione del provvedimento alla Corte d’appello. In assenza di accordo infatti il giudice aveva la facoltà di accogliere la domanda sospensiva. Se questo fosse avvenuto Tim doveva aspettare ancora un anno in attesa dell'esito della sentenza della Cassazione.  Il giudice però non ha deciso e quindi Tim non può neppure procedere con  un’ingiunzione di pagamento allo Stato. Da sottolineare che lo Stato, tramite Cdp, è anche azionista di Tim quindi una eventuale ingiunzione, dato che l'accordo tra le parti per il pagamento non c'è stato, potrebbe apparire una forzatura. C'è anche un altro problema.

Tim ha convocato un cda mercoledì prossimo per decidere definitivamente se procedere alla vendita di Sparkle, la società dei cavi sottomarini e delle reti internazionali, al Mef e al fondo Asterion (Retelit) che hanno chiesto un finanziamento alle banche (Unicredit, Bpm e Mps) per finanziare l'operazione del valore di 700 milioni.  Secondo indiscrezioni ci sono problemi sul dossier e le banche potrebbero aver bisogno di più tempo per definire il finanziamento.  I mancati incassi e il rallentamento nella vendita di Sparkle potrebbero influire sulla presentazione del nuovo piano industriale, il primo senza la rete venduta il 1 luglio scorso, che è previsto a breve, il  prossimo 13 febbraio. Secondo gli analisti "il ritardo nella vendita di Sparkle non sarebbe un problema mentre l'assenza di un accordo sul contenzioso da 1 miliardo è una notizia poco incoraggiante". 

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