Economia

Tim, Labriola sulle Tlc: “Troppi cinque operatori mobili, fare ordine"

di Marco Scotti

Il debito lordo a 32 miliardi costringe l’azienda a scelte difficili: ma intanto i manager iniziano a preoccuparsi del loro futuro

Labriola: “Cinque operatori mobili in Italia sono troppi”

"La domanda che c'è da porsi è qual era la politica industriale negli anni passati? Perché il risultato a cui siamo arrivati oggi è quello dato dall'assenza di politica industriale. Oggi il nostro paese non è in grado di avere cinque operatori mobili non perché i manager non siano in grado di gestire: è un tema di economie di scala. Se io proietto il trend degli anni passati e lo porto al 2024 tutto il comparto sarà con ebitda e capex negative. Abbiamo un problema oggettivo". È l'Ad di Tim Pietro Labriola a sottolinearlo intervenendo all'evento sull'innovazione del Il Messaggero nell'ambito degli incontri 'Molto Futuro'

"Occorre rivedere alcune norme: più in generale c'è tutto quello che si chiama market consolidation cioè - prosegue Labriola - si deciderà che alcuni operatori tra loro si sposano come quando è stato con Wind che ha fatto il merger con Tre se le Autorità dicono 'ti permetto di scendere da 4 a 3 operatori però creo un quarto operatore' probabilmente c'è un problema di processi decisionali; nella valutazione se è più corretto avere 3 o 4 operatori c'è qualcuno che fa una proiezione di business plan per vedere se c'è un ritorno economico per avere 4 operatori in un paese. Si possono avere 5 bar in un unico isolato?" sono i quesiti che pone l'Ad.

Labriola: “Rete unica? Non sono io che decido”

Per l'obiettivo della rete unica, ha proseguito il ceo di Tim, "non sono io che devo definire che è meglio un'opa o meno, io devo fare affidamento sulle decisioni che l'azienda può prendere in favore di tutti quanti gli azionisti. E quindi il piano che abbiamo presentato ha un determinato percorso che stiamo portando avanti: se poi ci sono soluzioni al di fuori di quello che può essere fatto dal management non sono io che devo decidere”.

"Se qualcuno - spiega - vuole lanciare un'opa, la lancia formalmente, la dichiara al mercato e gli azionisti poi decideranno. Per cui l'obiettivo è lo stesso per tutti (la rete unica n.d.r.), il percorso può essere differente, ma noi stiamo portando avanti il piano che abbiamo condiviso con il mercato. È facile? No. Ma come manager abbiamo stipendi che non sono banali, noi siamo pagati per risolvere complessità mantenendo la calma in contesti difficili" conclude. "Oggi l'Iva per il gas e la luce sono al 10 e 5%; le Tlc sono trattate al 22% come un servizio di lusso, come una pallina da golf. Se vogliamo recuperare profittabilità e non vogliamo impattare sulle tasche consumatori dobbiamo probabilmente ridurre l'iva

Labriola: “Tra vecchio e nuovo governo non vedo differenze”

"Non mi sembra che nessuno dal vecchio governo al nuovo governo stia dicendo una cosa diversa dal fatto che la rete unica è importante, la discussione è su come arrivarci. Se tutti vogliamo andare da Bari a Roma qualcuno dice di fare un pezzo di Adriatica e qualcuno dice di passare da Napoli. Non c'è una divergenza sul risultato finale, ma una discussione e il contraddittorio è sempre importante" conclude Labriola.