Economia

Tim, Labriola: "Studiamo un buyback: il titolo è sottovalutato". E Poste Mobile al posto di Fastweb come cliente Mvno (operatore virtuale)

Il management di Tim non si è risparmiato durante la conference call con gli analisti per dare informazioni sulla nuova Tim, tutta servizi fisso- mobile, per le imprese e Brasile. L'analisi

di Maddalena Camera

Tim e le parole di Labriola in conference call 

Il management di Tim non si è risparmiato durante la conference call con gli analisti per dare informazioni sulla nuova Tim, tutta servizi fisso- mobile, per le imprese e Brasile. Ma certo a tener banco è il consolidamento sul mercato italiano delle tlc. Secondo l'ad Pietro Labriola, che rivendica di aver trasformato la società dopo anni difficili,  l'acquisizione di Vodafone da parte di Fastweb produrrà benefici positivi per il mercato anche se Tim perderà un cliente importante tra gli operatori virtuali. Cioè Fastweb che usa la rete mobile di Tim pagando circa 100 milioni all'anno. Labriola però non si preoccupa perchè ci sono già operatori virtuali pronti a sostituirlo.

E nel complicato intreccio di quote azionarie che si sta delineando sul mercato italiano potrebbe essere Poste che con il suo operatore virtuale Poste Mobile usa la rete Vodafone. Ma c'è dell'altro infatti secondo Reuter Poste avrebbe in programma un Cda straordinario entro la settimana per decidere l'acquisizione del 10% di Tim posseduto da Cdp a cui verrebbe ceduta la quota di Nexi detenuta da Poste stessa. "Avevo già detto nel 2022- ha detto Labriola- che un possibile consolidamento per Tim sarebbe potuto avvenire o con Poste o con Iliad. Noi non abbiamo preferenze ma è importante quale sarà il risultato per l'azienda. Intanto  lavoriamo per dare risultati senza essere distratti da qualcosa che può succedere al di fuori delle nostre possibilità, del nostro perimetro". Nel lungo incontro con gli analisti Labriola e i suoi manager hanno spiegato che i dividendi per gli azionisti dovrebbero arrivare nel 2026 distribuendo il 50% di quanto incassato con Sparkle, circa 350 milioni.

La società sta studiando anche un buyback, " perchè il titolo è sottovalutato", ha detto Labriola. Mentre per l'incasso del miliardo di euro che lo Stato italiano deve alla società per il canone pagato ma non dovuto nel lontano 1998 Labriola,  ha spiegato che solo dopo la sentenza della Corte di Cassazione, prevista per il 2026, (il governo ha fatto ricorso dopo la sentenza di Appello che ha dato nuovamente ragione a Tim) l'importo andrà nel conto economico come utile netto. Certo la società potrebbe già da subito pretendere il pagamento ma l'ad è prudente (il 10% di Tim è nelle mani di Cdp ossia del ministero del Tesoro guidato da Giorgetti) e spiega che sarebbero gli  "azionisti  a poter pretendere il pagamento immediato o in due tranche".

Quanto al miglioramento dei conti si è capito che più che sullo sviluppo del business si è puntato sull'incremento dei margini grazie all'implementazione del 5G e anche alla scelta di un mix tra le tecnologie che permettono risparmi sui costi. "Abbiamo aggiunto clienti sulle aree bianche perché- - ha detto Labriola-  senza l'integrazione verticale possiamo scegliere l'operatore di rete (e si sa che le aree bianche sono appannaggio di Open Fiber ndr)". Per Labriola l'Msa, ossia il Master Service Agreement, firmato con Fibercop è un accordo flessibile e quindi Tim può scegliere l'utilizzo delle infrastrutture più efficiente per il suo business, cosa che non fa certo  piacere a Kkr, il fondo che ha comperato la rete insieme al Mef. Tim infatti garantiva alla rete quando era sua circa 2 miliardi di ricavi dei 4 previsti da Fibercop. 

La società ha anche affermato che il mercato Enterprise sta crescendo del 5%  sul fronte delle imprese e del  10%  se si guarda alla pubblica amministrazione. Un'ottima notizia dato che il  50%  dei ricavi di Tim Enterprise derivano dal Pubblico. Una quota di mercato che potrebbe essere incrementata con l'arrivo di Poste nel capitale, dato che Poste stessa è controllata dallo Stato al 65%. Sul fronte del repricing nella telefonia mobile, che Tim aveva tentato con aumenti nelle tariffe, la società si è fatta più cauta anche se è stato ricordato che quando Iliad è entrata sul mercato "con un'offerta a 5,99 euro al mese l'Arpu degli altri operatori era intorno ai 13 euro". Per la società sono sempre più importanti le offerte bundle fisso e mobile e anche per i contenuti con Tim Vision e il nuovo accordo con Apple per la musica. 

 Pietro Labriola, che non ha recuperato il rapporto con Vivendi, azionista di riferimento della società con il 23,7% dopo la vendita della rete ha comunque rivendicato i suoi meriti al termine della  call con gli analisti.  "Abbiamo fatto qualcosa che era considerata impossibile - ha detto- oltre alla vendita della rete siamo riusciti a gestire l'attività dell'azienda e a farla migliorare.  Siamo diventati una realtà diversa in un periodo brevissimo e la cosa sembrava impossibile. Adesso stiamo mantenendo le nostre promesse. Stiamo ripristinando la flessibilità finanziaria dell'azienda e la remunerazione degli azionisti, qualcosa che avevamo promesso e che faremo. Oggi inizia davvero una nuova era per la nostra società".

Tim, Giorgetti: "Obiettivo tutelare interesse nazionale anche con golden power"

"Per quanto riguarda Tim, ricordo che al Ministero i soggetti che chiedono di parlare e presentare i propri progetti sono accolti, quello che fa il Ministero e farà sempre, in qualsiasi partita, in ogni settore coperto da golden power, sarà tutelare l'interesse nazionale attraverso gli strumenti consentiti, il golden power appunto". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del question time al Senato.

LEGGI ANCHE: Tim più forte senza la rete: conti solidi e debito in discesa. Il ritorno al dividendo è solo questione di tempo